I problemi li conosciamo bene, purtroppo.
Bus quasi sempre vuoti. Lungo il percorso delle linee è assente la maggior parte della segnaletica in concomitanza delle fermate previste. Nelle fermate più “importanti”, come il capolinea o le piazze, non c’è un’adeguata struttura dove gli utenti possono ripararsi dalle intemperie nell’attesa del bus. Orari di fermata inesistenti, così come il percorso di ogni singola linea. Cartelli di piazze e fermate che non esistono più. E tanto altro. A Bitonto c’è una “questione” chiamata trasporto pubblico locale con le criticità che riesplodono in occasione della Settimana europea della mobilità sostenibile, partita ieri e che andrà avanti fino al 22 settembre. Il trasporto pubblico in città è organizzato su tre linee: una che collega le frazioni e due linee che servono il centro urbano (prezzo del biglietto è 0,90 centesimi) e a queste si devono aggiungere quelle attivate durante l’anno scolastico. Per il servizio, finanziato dalla Regione vengono utilizzati 11 mezzi per nulla “giovani”, perché il più vecchio è stato immatricolato nel 1999 mentre quello più nuovo nel 2014. Bastano i numeri a spiegare come il servizio vada rafforzato: l’anno scorso sono stati rilasciati poco più di 106mila biglietti di corsa semplice, 1.100 abbonamenti settimanali e altrettanti mensili. Nel 2022, finora, i dati parlano di 60.500 biglietti, 850 abbonamenti settimanali e 980 mensili. Il trasporto è utilizzato, principalmente, dai residenti delle frazioni (ma anche, qui, però, le corse andrebbero aumentate e non di poco), per coloro che si recano al cimitero comunale, per gli studenti delle scuole e per gli utenti del mercato settimanale del martedì.
Secondo gli addetti ai lavori, però, c’è altro che non quadra: assenza di un sito dedicato al trasporto pubblico locale dove reperire informazioni giornaliere sul servizio; l’assenza di una biglietteria automatica h24 che consenta l’acquisto anche in fasce orarie di chiusura dei rivenditori; i continui colori dei pullman (arancione, rossi, bianco celesti, bianco verdi) che rendono difficile capire se sia urbano o meno; la non fermata al Centro comunale di raccolta nella Zona artigianale o alla nuova Villa Sylos. «Le criticità sono sotto gli occhi di tutti – ammette Cosimo Bonasia, assessore alla Polizia locale -, perché la difficoltà a usare mezzi pubblici è congenito ai bitontini. Due anni fa abbiamo presentato alla Regione piano di rimodulazione e ottimizzazione servizio, anche in funzione dei km ma poi è stato fermato dal Covid. La nostra intenzione è ragionare non solo su nuovi percorsi, ma anche su quello che è l’intero piano del traffico locale. Non si fa dalla sera alla mattina e abbiamo bisogno di tempo per capire in che direzione andare. Stiamo già facendo incontro con chi presta servizio e studi con i vigili urbani sulle arterie più ingolfate e non solo in merito al trasporto pubblico locale. Sulla questione cartelli, invece, nella scorsa amministrazione avevo già condiviso con l’Azienda servizi vari la necessità di installare nuove paline, tanto è vero che avevamo fatto anche un progetto, ora in itinere, per paline elettroniche».