Ci sono note che
arrivano diritte al cielo.
Sì, anche se si levano un po’ sbilenche, salgono
sulle ali invisibili e leggere del vento e solcano l’azzurro infinito per
giungere fin lassù.
Forse volano perché sono cantate con la forza disperata e
meravigliosa di chi vuole soltanto vivere.
E magari sente l’anima chiusa in un
mondo tutto suo, fantastico e inimitabile.
Questa è stata la sensazione –
sublime, bellissima – provata l’altra sera nell’auditorium dell’Istituto “Maria
Cristina di Savoia” (rimesso a nuovo in maniera strabiliante), durante la festa di Natale delle straordinarie cooperative Sfrang, Zip.h, Zorba
e Arge, dove tutto sapeva di vero.
A cominciare dalle lacrime dei ragazzi.
Li
chiamano utenti o disabili o, ancora, diversabili.
Sono più semplicemente creature che
appartengono al Creato.
Sono soltanto un po’ più fragili delle altre, che pure
lo sono, ed hanno bisogno di altri per affrontare le montagne da scalare della
vita. Persino un gradino di pochi centimetri può esserlo.
Poi, i sorrisi
felici degli operatori.
Così li definiscono ed è titolo professionale, per
carità, ma sono pure loro creature che hanno deciso di devolvere una fetta
immane della loro esistenza – che immaginiamo, com’è normale, piena zeppa di problemi – per gli altri.
Occhio, trattasi di donazione di sé.
Il sacrificio più grande e silenzioso che possa compiere un essere umano.
Infine, gli sguardi emozionati dei genitori di
quei ragazzi e di quelle ragazze.
Madri e padri, che, cirenei impareggiabili, vivono ogni giorno,
con coraggio e dolcezza, la dolorosa ascesa di quel golgota che è una vita che
non sarà mai normale.
Ma lo fanno sempre con dignità.
E lo capisci da come
baciano persino con gli occhi i figli che amano d’un amore ancora più grande.
Così, prima il pranzo con portate succulente per tutti, poi il coro
appassionato di tracce natalizie e il buffet preparato dai cantanti improvvisati.
Al termine, tutti – disabili, operatori,
genitori – sono usciti nella tenebra della sera che piano calava.
E, nell’alto
cielo, piccole stelle tremavano commosse…