Dove oggi è ubicata piazza Castello, e precisamente sull’area occupata dalle strutture utilizzate come uffici e depositi E.N.E.L., grazie a futuri lavori di riqualificazione, liberando in parte le antiche mura cittadine dagli ambienti addossati (conservando la parte principale dell’antica “Officina Elettrica”, che potrebbe trasformarsi in un caratteristico museo dell’”Archeologia Industriale”), effettuando mirati saggi archeologici, si potrebbero riportare alla luce le fondamenta dell’antico “Fortino”, un interessante “Torrione ottagonale” che anticamente svettava in quel luogo a difesa di una delle due uscite minori della città che aveva il nome di “Porticella”. Edificato presumibilmente nel XVI secolo, alto circa 18 metri, elevato su una breve scarpa, era rivestito a partire da una certa altezza da bugne a bauletto, con possibilità di difesa a “piombo”, a ”getto”, e a “leva”. La difesa a “piombo” consisteva nel lancio dall’alto di pece bollente, sassi, ecc, con sporto sulle mura o mediante l’utilizzo di caditoie. Nelle piazzuola sovrastante sicuramente erano allocati “trabucchi” e “baliste” per il lancio parabolico di sassi e palle di fuoco. Molto probabilmente un piccolo ingresso immetteva nella torre suddivisa in due piani, caratterizzati da ambienti a pianta ottagonale dotati di focolare e finestrella utilizzata come punto luce, comunicanti tramite una botola centrale dotata di scala retrattile. Qui al suo interno vi era un corpo di guardia, collegato direttamente con il cammino di ronda. Ben evidente nelle “Vedute prospettiche” del Pacichelli (1703) e dell’Orlandi (1770), ed in altri dipinti che ritraggono la città di Bitonto (Carlo Rosa 1656), fu demolito nel 1834 per far spazio alla “Strada Mediterranea”, ed i suoi paramenti a bozze furono riutilizzati per rivestire lo zoccolo del piano terra dell’Officina Elettrica ivi presente.