Ha suscitato profonda commozione in città la scomparsa di Lucetta Marras, consorte del bitontino Franco Caradonna, imprenditore di EdC, Economia di Comunione, soggetto nato da un’idea di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari. Leggiamo il ritratto che ne fa Antonella Ferrucci sul sito www.edc-online.org nell’articolo dal titolo “Grazie Lucetta”.
“Ci ha lasciato questa notte Lucia Marras Caradonna, moglie di Franco e, per tutti, Lucetta. In chi la ha conosciuta è vivido il ricordo del suo sorriso e della sua disponibilità. Un esempio di amore per la famiglia, allargato all’umanità. Lucetta, moglie di Franco Caradonna e mamma di 8 figli, da sempre ha appoggiato le scelte di Franco: in un primo momento lo seguì al Nord in cerca di lavoro, in seguito tornò con lui a Bari con il progetto comune di dare lavoro al loro Sud. Ne nacque la Unitrat, azienda “pioniera” che aderì ad Edc dal primo momento e che oggi dopo oltre 40 anni di attività è leader nel settore dei trattamenti termici dei metalli. Nel 2012 Franco accettò di impegnarsi anche nel Consiglio di Amministrazione del Polo Lionello Bonfanti e Lucetta lo appoggiò pienamente, come sempre, anche nel periodo non facile della sua malattia.
La notizia della sua scomparsa ha generato grande commozione nel mondo Edc, segno del grande vuoto che Lucetta lascia. Siamo vicini a Franco, ai figli e alle loro famiglie. Abbiamo chiesto a Marina Gui, legata a Lucetta da anni di forte amicizia, di tracciarne un breve profilo.
Conosciamo i Caradonna da molti anni. Ho sempre ammirato Lucetta per la sua dolcezza, disponibilità, calma interiore. Ha seguito Franco spostando la famiglia dal Piemonte alla Puglia per portare lavoro al Sud. E’ stata mamma di 8 figli, sempre presente con loro, vivaci e diversi. La ricordo, in un pranzo insieme, gestire questa affollata cucina come la cosa più naturale. La sua presenza continua nella famiglia ha permesso a Franco di portare avanti la sua azienda col progetto dell’EdC e di impegnarsi nel sociale.
Il sorriso e l’ospitalità che ti mettevano a tuo agio facevano capire la sua ricchezza interiore. La malattia l’ha colta di sorpresa. Ricordo che siamo andate insieme ad affidarla a S. Antonio qui a Padova. Mi ha sempre colpito per la serenità con cui ne parlava. Non è stato un periodo facile per lei, che si affidava alle cure, anche pesanti, seguita e consigliata dai figli premurosi. Ha passato dei momenti di buio, ma nell’ultima telefonata ho sentito che anche questo era stato superato e le era tornata la serenità. La ricordiamo con affetto e sentiamo il vuoto che lascia, insieme ad un esempio di amore per la sua famiglia, allargato all’umanità”.