Era il mio difensore preferito e questo può significare tutto e niente. Ma forse raccontava una vocazione. Perché Nicola Scaraggi, il professor Nicola Scaraggi stemperava con semplicità ogni situazione drammatica, gestiva le tempeste con olimpica calma, rintuzzava i colpi di ventura con spiazzante naturalezza. E non si fermava mai. Correva, correva, correva – ah, il calcio, l’hobby prediletto da tutta la famiglia sua, donne incluse come la sorella Prof. Elvira, per esempio – ed era sempre per gli altri. Non ti rimbrottava mai, anche se eri un portiere mediocrissimo, ma faceva una battuta e si riprendeva a giocare. Era il suo stile di vita. Perché Nicola era la simpatia fatta persona, era la parola che ti strappava un sorriso anche nelle giornate più buie, era il corifeo instancabile di un ottimismo che si nutriva di letizia. Era una persona meravigliosa È non c’entra nulla il “de mortuis nihil nisi bonum”. È semplicemente la verità. Storico vicepreside dell’istituto Tecnico commerciale “Vitale Giordano”, fido braccio destro dell’altrettanto mitico dirigente Pasquale Procacci, era un punto di riferimento per tutti. Immaginate cosa possa significare oggi, in un mondo come quello in cui viviamo, ammorbato da indifferenza ed egoismo, essere per gli altri, sempre. “Ero alla prima nomina, per fortuna trovai un vice bravo, bravissimo”, mi ha confidato una docente coratina proprio quest’anno. Era approdato alla meritata pensione, ma si sa che un docente non finisce mai di insegnare, te ne accorgevi quando per strada incontrava i suoi ex alunni e proseguiva il dialogo d’anime, l’unico, vero segreto della Scuola. Per questo sono convinto che, quando è arrivata la “Signora dai denti verdi”, fattasi annunciare già dalla brutta Bestia, Nicola, nonostante le atroci sofferenze, avrà sorriso con una dolcezza disarmante, le avrà dato una pacca sulla spalla e le avrà sussurrato: “Andiamo”, come fanno gli angeli difensori che non hanno paura di niente…