Dimora neoclassica extraurbana, appartenente alla famiglia De Napoli, è ubicata su via Palo, al centro di un vasto podere fra palme mediterranee. Sulle pilastrate sono scolpiti gli stemmi araldici delle famiglie Planelli/Sylos e Planelli/Visconti, con relativo motto: “ANTER BELLA FUDES”, a cui in passato apparteneva il villino, unitamente ad epigrafi su marmo riportanti: “Cav. Giovanni”-“De Napoli”. È ricordata nel libro “Altri tempi” di Giuseppe Caiati, affermato scrittore bitontino del primo Novecento, cui è intitolata la Scuola Elementare posta su via Traetta.
Una bellissima Madonna troneggia sull’ingresso dell’antica dimora. Sul piedistallo leggiamo: Nicola Depalma – A.D. 1879 – Terlizzi. Sotto: Monstra te esse matrem – A.D. 1880 – Ave Maria.
La frase: “Monstra te esse matrem”, che tradotto significa: “Dimostra d’esser madre”, la ritroviamo nella preghiera cattolica “Ave Maris Stella”, dedicata alla Beata Vergine Maria. Il titolo latino significa: Ti saluto, stella del mare.
L’origine del titolo «Stella del Mare», dato alla Beata Vergine Maria, sarebbe nei versetti del Primo libro dei Re 18,41-45, e viene solitamente interpretato come sinonimo di stella polare, guida tradizionale dei naviganti.
L’origine di questa preghiera è incerta, alcuni l’attribuiscono a Venanzio Fortunato (530-609) o a Paolo Diacono. La ritroviamo nel Codex Sangallensiscustodito nell’Abbazia di San Gallo (IX secolo). Recitata durante i Vespri, è presente nel breviario romano che ne prevede la recita in occasione delle feste mariane. Questa preghiera è caratterizzata da un poema composto da sette quartine accentate, non rimate. Il cantico chiede a Maria di mostrarsi nostra madre, di dare la luce ai ciechi, di scacciare i nostri mali, di donarci la pace, di donarci un’esistenza innocente, di renderci miti e casti e di accogliere le nostre preghiere. Comincia con un saluto e termina con una lode a Dio e alla Trinità.
«Ave maris stella,
Dei Mater alma
atque semper virgo
felix coeli porta.
Sumens illud ave
Gabrielis ore
funda nos in pace
mutans Evae nomen.
Solve vincla reis,
profer lumen caecis,
mala nostra pelle,
bona cuncta posce.
Monstra te esse matrem,
sumat per te preces
qui pro nobis natus
tulit esse tuus.
Virgo singularis
inter omnes mitis,
nos culpis solutos
mites fac et castos.
Vitam praesta puram,
iter para tutum
ut videntes Jesum
semper collaetemur.
Sit laus Deo Patri,
summo Christo decus,
Spiritui Sancto
tribus honor unus.
Amen.»
«Salve, Stella del Mare
di Dio madre alma
vergine sempre e feconda
porta del cielo.
Quell’ave ricevendo
dal labbro di Gabriele
noi nella pace immergi
mutando il nome d’Eva
Sciogli dai lacci i rei
ridà la luce ai ciechi
discaccia i nostri mali
ottienici ogni bene.
Dimostra d’esser madre
Per te le preci accolga
quei che, per noi nascendo,
sofferse d’esser tuo.
Vergine senza pari
tra tutte la più mite
Scioglici dalle colpe
rendici casti e miti.
Donaci vita pura
proteggi il nostro viaggio
finché Gesù vedendo
gioirem per sempre insieme
Sia lode a Dio Padre
a Cristo sommo onore
allo Spirito Santo
onore a tutti e Tre
Amen.»