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Porta Pendina (o Pendile), una delle possenti porte urbiche della città di Bitonto, in origine era denominata “Porta Silvina“. Da essa partiva l’antica strada che passando da Toritto, proseguiva per Altamura, sino a giungere a Silvium, antica stazione romana della via Appia, attuale Gravina in Puglia.
Oggi purtroppo tale Porta non è più esistente in quanto demolita nel 1836. In loco, su di un avanzo di muraglia che cingeva la nostra città, nelle adiacenze della Chiesa di Santa Maria della Porta, un’antica epigrafe ne attesta la presenza, ne segna il luogo e l’anno di demolizione.
Dalla pubblicazione intitolata: “Breve cenno sull’origine e pregresso delle parrocchie bitontine e memoria dell’antica e recente chiesa parrocchiale di Santa Maria della Porta”. per cura del reverendo sacerdote N.V. Cerotti, Bitonto, 1891, apprendiamo che:
Verso il mezzogiorno di Bitonto, rasente un avanzo dell’antica muraglia che circondava la città, e propriamente presso la primitiva porta, detta Pendina o Pendile, demolita fin dal 1836, e nello stesso anno rifatta in miglior forma, sorge una chiesa parrocchiale dal nome Santa Maria della Porta. E essa di origine antichissima, al pari di tutte le altre. Ma tanto della sua fondazione, quanto del suo nome primitivo, non si ha alcuna notizia precisa, o per mancanza, o per dispersione di documenti. Però dai protocolli di alcuni remoti notai bitontini, che si conservano tuttora nell’Archivio Notarile Generale di Bari, si rileva solo, che oltre alla Sinagoga, posseduta dai giudei, vi sono state ancora due Chiese di cristiani vicinissime tra loro, chiamate l’una San Benedetto Abate, e l’altra Santa Maria della Porta Pendina.
La mattina del 22 giugno 1890 Domenica quarta di Pentecoste, si consacrò la Chiesa e l’altare maggiore sotto il titolo di S. Maria delle Grazie della Porta, per mano del Vescovo Bruno. La sacra funzione iniziò verso le 7.30 e durò circa 5 ore, terminando all’una pomeridiana.
Al tempo indicato dalla rubrica, il Vescovo D. Luigi Bruno fece un magnifico discorso di occasione. Prendendo capo dalla Porta della città (Porta Pendile) già demolita l’anno prima. A somiglianza delle mura della Città di Gerico che caddero, perché entrasse in essa l’Arca del Signore.
Fu chiamato il parroco Panisco novello Giuda Maccabeo, (che aveva fatto abbattere la Porta della città e porzione della muraglia). per farvi entrare l’Arca Santa dei nuovi Martiri della Fede di Cristo.
In una vecchia foto relativa all’anno 1902, “Bitonto visto da Settentrione”. sulla sinistra, nelle immediate adiacenze della chiesetta di Santa Maria della Porta, si nota un cumulo di macerie, molto probabilmente resti di Porta Pendina.
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