In antichità le strade erano sempre disastrate e nei mesi invernali spesso impercorribili. A partire dal XVI secolo ci furono le prime disposizioni governative atte a preservare e a riparare le principali strade di collegamento fra le città. Si assegnò il lavoro di manutenzione stradale a persone assunte esclusivamente per tale scopo, chiamate “Stradini”, che di volta in volta, venivano affiancate dai contadini delle campagne vicine alla strada da riparare, obbligati per legge, a fornire un determinato numero di giornate di manovalanza gratuita, nel corso dell’anno solare. La manutenzione si riduceva a riparare le irregolarità più gravi delle carreggiate riempiendo le buche con materiali ricavati nelle vicinanze: pietre, sabbia, terra, legname. Nei primi decenni del XIX° secolo si diffuse una migliore manutenzione delle strade esistenti e molte mulattiere furono trasformate in carrozzabili. Ulteriori progressi furono realizzati a metà Ottocento quando gli Stati preunitari cominciarono ad avviare una vera politica dei lavori pubblici. La sistemazione e la costruzione delle strade rappresentò un importante strumento economico contro la disoccupazione e la miseria dilagante. Lo stradino svolgeva il lavoro manualmente, aiutato solo da una pala, un martello, una zappa, una falce ed una carriola. Egli doveva spargere la ghiaia, pulire i fossi, creare le cunette, tagliare le erbacce e sbriciolare una grande quantità di pietre. Ogni comune aveva alle proprie dipendenze diversi stradini ed ognuno di loro aveva assegnato un tratto di strada del quale era responsabile. In un antico inedito taccuino, inerente i “Lavori e manutenzione delle strade extraurbane site nei Comuni delle Puglie”, datato 1864, vengono trascritti numerosi lavori di sistemazione delle principali strade extraurbane delle Puglie unitamente ai nomi degli stradini operanti, al loro compenso per le giornate lavorative di ogni settimana, di ogni mese, per ogni anno. In diversi capitoli ritroviamo lavori eseguiti nella nostra città: “Spese portate l’anno 1865 sulla strada del Regio Tratturo per aprire la traccia Bitonto –Terlizzi” (1436 lire e 22 centesimi), “Spese portate per la manutenzione della strada da S. Spirito per Bitonto oltre Mariotta, Settembre 1866” (147 lire e 44 centesimi), ecc ecc. Tra gli stradini operanti vengono menzionati Giuseppe Ricco, Angelo Domenico Pasculli, Francesco Pisco, Emanuele Abbatantuono, Salvatore Papapicco, Antonio Barone, Michele Pizzi, Vito Del Vino, Giuseppe Calarella, Giuseppe Garoffalo, Gaetano Piccinonna, Giuseppe Caldarola, ecce cc. Nel tempo la figura dello “Stradino” è stata sostituita da squadre all’opera che intervengono e riparano le strade con l’aiuto di appositi mezzi meccanici ripristinando celermente la viabilità.