«Un gesto assurdo e inammissibile che la nostra comunità condanna fermamente». Sono le parole del sindaco Francesco Paolo Ricci a poche ore dall’avere appreso la spiacevole notizia del concittadino vittima di violenza verbale omofoba. «Vatti a curare, ricchione». Breve, ma agghiacciante. È il contenuto del biglietto scritto a mano e attaccato con scotch alla porta di casa di Michele (nome di fantasia). Non è ancora certa l’identità dell’autore di questo messaggio. «Prenderò sicuramente dei provvedimenti», ha detto il giovane ragazzo. Denunciare è fare sì che «la violenza non alimenti la paura, la vergogna o l’isolamento» ed è questo l’invito di Arcigay Bari che sin da subito ha mostrato vicinanza a Michele. Tanta la rabbia da parte di tutta la comunità bitontina, ma non solo. «Roba da medioevo», «Combattiamo questa ignoranza», «Tutto ha un limite», «Stop all’omofobia». Recitano così alcuni dei messaggi di solidarietà condivisi sui social. Lo stesso monito, si spera, lo si abbia sempre e anche domani nella giornata internazionale dedicata alla lotta contro violenze e discriminazioni subite da persone lesbiche, gay, bisessuali, trans, intersessuali e da coloro che hanno diversi orientamenti sessuali, identità o espressioni di genere, e caratteristiche sessuali. Anche a Bitonto ci sarà una marcia dei diritti che partirà da piazza Aldo Moro. «L’invito a manifestare tutti insieme contro ogni forma di pregiudizio e discriminazione è reso ancor più urgente e ineludibile alla luce dell’inqualificabile episodio di omofobia registrato in queste ore in città -ha detto il sindaco-. Rappresenta un modo concreto per dimostrare la nostra piena solidarietà al giovane concittadino bersaglio di una frase offensiva e di cattivo gusto, opera senza dubbio alcuno di persone ignoranti e incivili, che disonorano la nostra comunità».
«Voglio con la mia testimonianza condannare chi fa male in questo modo orribile -ha dichiarato Michele-, dare coraggio a chi magari non ha la forza di denunciare e ha ancora paura della propria sessualità nel 2023». È questa la storia di un ragazzo che ha messo insieme i pezzi d’un cuore che vuole solo amare e sa abbracciare la sua fragilità grazie ai suoi amici e sua sorella, le uniche persone che non vedono nel suo orientamento sessuale una “malattia da curare”. Sono passati solo pochi mesi da quando Michele ha fatto coming out, «non ne potevo più di nascondermi -ha raccontato-. Voglio vivere la mia vita senza la paura di mostrare quel che sono realmente, chi mi vuole bene mi accetterà. Il mio passato è abbastanza difficile. Ho dovuto fare i conti con bullismo e depressione, ma sono ancora qui grazie alla mia forza». Leggere quelle parole è stato, allora, come ritornare indietro nel tempo. Quella di Michele non sarebbe, tra l’altro, l’unica testimonianza di episodio di violenza omofoba raccolta nel giro di qualche giorno da Arcigay Bari: durante la festa di San Nicola a Bari, una giovane coppia pare sia stata aggredita con insulti e colpita da bottiglie di vetro. Notizie come queste «sono per noi la conferma che le politiche portate avanti da questo governo, apertamente anti Lgbt, costituiscono una minaccia per la nostra sicurezza e ci negano il diritto ad una vita serena, fomentano l’odio e incoraggiano atti violenti». L’appello alle istituzioni è di approvare la legge, in generale, contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia. Nella società attuale, purtroppo, «dilaga tanta ignoranza e va combattuta -ha sottolineato l’attivista Queer pugliese, Eleonora Magnifico-. Bisogna battersi per la difesa dei diritti della comunità Lgbt in nome dell’amore, di una vita serena e felice. È importante anche educare, partendo dalle scuole, al rispetto delle differenze da considerare come una ricchezza. Mi aspetto cose belle dalla generazione attuale perché positiva, confido che vengano meno la violenza, la discriminazione e si cancelli ogni forma di pregiudizio».