Gennaro Nacci, bitontino trapiantato con successo in Svizzera, è artista vero, perché carezza con gli occhi il mondo ed ha uno sguardo tanto lungimirante, da far pensare che possa scorgere in un punto a tanti sconosciuto. Nel senso che è in grado di cogliere l’intimo segreto delle cose, che non possono non avere come ultimo destino un malinconico tramonto. Questo non vuol dire che l’autore nostro concittadino sia un burbero malmostoso, tutt’altro, è un uomo simpatico sempre sorridente, solo che sa bene qual è il mistero che palpita nel cuore di ognuno di noi. E non smette mai di tradurlo in sublime idea. Prendiamo, per esempio, il globo terracqueo sul quale cotidie scarpiniamo. Ecco, ci siamo mai chiesti come se la passa? Sì, qual è il suo stato? In fondo, sarebbe la nostra casa. Gennaro un piccolo sospetto ce l’avrebbe. Nei giorni scorsi, infatti, ha esposto, nell’incantevole piazza della Cattedrale romanica in Basilea, “Requiem for our dying planet” (Requiem per il nostro moribondo pianeta). L’installazione è composta da una bara del 1800 sormontata da un uccello argentato (ammazzato dal mercurio) “che cade in picchiata dal cielo/ sotto pezzi di terreno spaccati dalla siccità con sopra pannocchie di granturco/ alberi mutilati e bruciati, tutti dipinti in colore nero in segno di morte, molti ceri portatori di luce/speranza”. L’opera è una provocazione ed esortazione al fine di prendere consapevolezza della rischiosa situazione del nostro pianeta. Al vernissage, ha presenziato il Console d’Italia in Basilea , dr. Giovanni Cavagnoli. Hanno eseguito parte della Requiem di Mozart i violinisti Maestro Giovanni Barbato con la consorte Nadiya Husar e la figlioletta Sofia Daria di otto anni (orchestra”Da Vinci”) La piccola Sofia Daria ha simboleggiato le aspettative delle future generazioni, da parte delle precedenti non sempre esenti da colpe, per un pianeta vivibile. Han curato la mostra, con grande professionalità, i coniugi Gina e Generoso Azzato. Ecco le parole che l’artista bitontino ha rivolto alla giovanissima musicista: “Tu ti aspetti risposte da me, bene, non lontano da questa piazza, in quella magnifica cattedrale, giace uno dei più rinomati umanisti della storia, Erasmus da Rotterdam, egli, colà, dorme, non è morto, perchè i grandi uomini con i loro grandi ideali giammai muiono, anzi, egli sogna, sta sognando quel suo mondo vagheggiato, fatto di giustizia, fratellanza, pace, eguaglianza: Sofia Daria, insieme, facciamo in modo che i suoi sogni diventino realtà”.