Si è svolta ieri mattina a Palazzo di Città la Conferenza di Servizi decisoria per l’approvazione definitiva del Piano sociale di Zona 2022-2024 dell’Ambito territoriale Bitonto-Palo del Colle.
Presieduta dalla responsabile dell’Ufficio di Piano dell’Ambito, Valentina Vitale, ha registrato la partecipazione della Regione Puglia, con la dirigente Caterina Binetti e il funzionario Roberto Ancona, dell’Asl Bari, con il delegato del Distretto sociosanitario Sante Troilo, del Comune di Bitonto, con il sindaco Francesco Paolo Ricci e l’assessora al Welfare Silvia Altamura, e del Comune di Palo del Colle, con l’assessora al Welfare Teresa Lanzisera.
“Si tratta – ha spiegato l’assessora al Welfare del Comune di Bitonto, Silvia Altamura – del primo Piano sociale di Zona post Covid19 e, pertanto, risente e tiene conto inevitabilmente dei nuovi bisogni sociosanitari emersi durante il periodo pandemico, aprendosi a una nuova visione del sistema di welfare locale, concretamente inclusivo e capace di promuovere il benessere delle persone attraverso un modello bio-psico-sociale”.
“Questo piano – ha proseguito Altamura – per il 2024 garantisce la continuità di servizi sociosanitari fondamentali come l’assistenza domiciliare integrata (ADI) e il servizio di assistenza domiciliare (SAD), erogati grazie a una collaudata interazione tra i vari attori coinvolti. E prevede l’introduzione di nuovi servizi, primi fra tutti il Centro per le famiglie e l’assistenza domiciliare educativa (ADE) sociosanitaria, destinata anche a bambini con disabilità, e interventi di consolidamento in altre aree quali la prevenzione della violenza di genere (previsto il potenziamento del Centro Antiviolenza) e i minori a rischio, per i quali si punta a potenziare il servizio dei due centri diurni già operativi grazie a soli fondi comunali”.
Il Piano di Zona 2022-2024 comprende 22 progetti, distribuiti tra 5 macro-aree (A. accesso, valutazione e progettazione; B. misure per il sostegno e l’inclusione sociale; C. assistenza domiciliare; D. centri servizi, diurni e semiresidenziali; E. strutture comunitarie e residenziali) e ulteriori interventi (progetti sperimentali per il sostegno alla figura del “caregiver” familiare, servizi sociali per la prima infanzia, interventi per la conciliazione vita-lavoro, interventi di inclusione per LGBTI, sistemi informativi e azioni di monitoraggio e valutazione della qualità) per un totale di risorse programmate pari a poco più di 12 milioni di euro.
La Regione Puglia, al pari dell’Asl Bari, ha espresso parere favorevole sul documento in esame, elogiando la competenza professionale e l’impegno dell’Ufficio di Piano e dei Servizi sociali dei due Comuni, che ha consentito all’Ambito territoriale Bitonto-Palo del Colle di far fronte alla strutturale carenza di risorse umane, conseguendo un ritmo di lavoro adeguato in modo da poter programmare e attuare tutti gli interventi inseriti nel Piano.
La conferenza di servizi è stata chiusa dall’intervento del sindaco di Bitonto Francesco Paolo Ricci.
Ricordando di essere stato vent’anni fa in veste di assessore ai Servizi sociali tra i protagonisti della redazione del primo Piano sociale di Zona, frutto di un importante lavoro di squadra tra parte pubblica e soggetti del privato sociale, il Sindaco ha auspicato una sempre maggiore interlocuzione tra i vari attori coinvolti nella gestione del welfare locale, per “dare impulso a una reale integrazione dei servizi, mettendo al bando il lavoro per compartimenti stagni”.
“C’è bisogno – ha dichiarato Ricci – di più dialogo e confronto tra noi per rendere sempre tempestiva e responsabile la presa in carico dei cittadini in stato di bisogno, evitando che diventi materia per i giudici, a volte chiamati a occuparsene di fronte alla colpevole inerzia dei soggetti preposti”.
“Integrazione e lavoro di rete – ha aggiunto il Sindaco di Bitonto – devono necessariamente includere il decisivo contributo del privato sociale, specie se, come nel nostro caso, composto da realtà straordinarie, che ci vengono invidiate dagli altri Ambiti. è assurdo pensare che i nostri Comuni possano da soli fronteggiare tutte le emergenze sociosanitarie, da cui sono investiti in questo periodo, tanto più che sempre meno aiuti arrivano dal Governo centrale, che spesso impone tagli al sociale, come nel caso dell’emergenza abitativa, privilegia il privato rispetto al pubblico e pone vincoli e restrizioni allo sblocco di fondi, soprattutto di quelli destinati alle regioni”.