Quella di oggi è una data che alcune famiglie (in realtà quali ancora non si sa), cerchieranno di rosso perché è un – forse timido – inizio di una dolce fine.
Da stamattina, infatti, in via Pietro Nenni, zona 167 della città, inizieranno i lavori per la realizzazione dei 14 appartamenti di edilizia popolare annunciati, attese e rinviate da tempo.
Lo si apprende da una ordinanza della polizia municipale, che stabilisce il divieto di sosta con rimozione al civico 57 della strada dedicata allo storico leader socialista, con la motivazione della presenza di un “cantiere edile delimitato da segnaletica di codice”.
Il divieto – e quindi molto probabilmente anche la durata dei lavori – vale un anno, e si dovrebbe concludere quindi a maggio 2019. Quindi soltanto un paio di mesi in ritardo rispetto alla tabella di marcia annunciata, quasi un anno fa, dai vertici dell’Agenzia regionale per la Casa e abitare, l’Arca.
Già, 365 giorni fa. Era il 29 maggio, pienissima campagna elettorale, quando il sindaco Michele Abbaticchio e i rappresentanti dell’ex Iacp comunicavano che gli alloggi popolari s’avevano finalmente da fare. Dopo un’attesa di oltre dieci anni, perché tutto nasce dai soldini strappati dall’allora primo cittadino Nicola Pice e dai quattro milioni di euro strappati per il Piano integrato recupero periferie, il Pirp.
E, sempre in quella data, si sono dati altri numeri. Quelli di inizio dei lavori: luglio 2017, poi diventato ottobre 2017. Quindi febbraio 2018, e più tardi ancora pochi giorni prima di Pasqua, il 26 marzo.
Si è arrivati fino al 2 maggio.
Ma cosa vedremo sorgere in via Pietro Nenni? Alloggi popolari con rigoroso risparmio energetico, solare termico, impianto fotovoltaico, isolamento termico elevato e in più le autorimesse sotterranee. E l’ascensore, fondamentale per salire e scendere lungo i sette piani del fabbricato. Persino un’area verde accanto (leggi qui http://bit.ly/2DVVZZn). Tutto realizzato dall’’impresa edile “OMNIA BUILDING S.r.l.” di Casamassima.
Per capire, invece, chi abiterà negli appartamenti bisogna attendere. Da Palazzo Gentile, infatti, ribadiscono che i destinatari saranno trovati tramite apposito bando pubblico.