Contro le follie europee che rischiano di tagliare 1/3 della produzione di cibo Made in Italy sono arrivati in piazza a Bruxelles anche centinaia di agricoltori pugliesi con un corteo che dalla stazione Luxembourg raggiungerà Rue de la Loi, a pochi passi dal Parlamento europeo a Bruxelles, in occasione del Consiglio dei Ministri agricoli sulla proposta di semplificazione della Pac.
Sotto accusa ci sono le politiche europee che stanno causando gravi danni all’agricoltura tricolore, dal divieto delle insalate in busta e dei cestini di pomodoro all’arrivo nel piatto degli insetti, dalll’idea di equiparare alcune tipologie di allevamenti, anche di piccole/medie dimensioni, alle attività industriali al nutriscore che boccia le eccellenze Made in Italy, dal via libera alle etichette allarmistiche sulle bottiglie di vino all’eliminazione della pescva a strascico, dal permesso alla vendita del prosek croato e agli altri falsi fino alla possibilità di importare grano dal Canada dove si coltiva con l’uso di glifosato secondo modalità vietate in Italia, ma anche il grano turco e Ucraino che sta invadendo i porti pugliesi e il sistema di controllo dell’Unione Europea con frontiere colabrodo che hanno lasciato passare materiale vegetale infetto e parassiti vari, causando miliardi di danni all’olivicoltura pugliese con la Xylella che ha fatto seccare 21 milioni di ulivi.
Guidati dal presidente di Coldiretti Puglia Alfonso Cavallo e dal direttore Pietro Piccioni, gli agricoltori pugliesi sono scesi in Piazza per sostenere il Piano presentato dalla Coldiretti, dalla cancellazione dell’obbligo dei terreni incolti allo stop alla burocrazia, dagli aiuti a sostegno della crisi di liquidità determinata dall’aumento dei tassi di interesse e dalle difficoltà causate dal maltempo e dai mercati sconvolti dalla guerra, dalla moratoria sui debiti al rafforzamento della direttiva europea contro le pratiche sleali.
Le misure, anticipate dal presidente di Coldiretti Prandini in una lettera alla presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen, puntano innanzitutto – sottolinea la Coldiretti – a porre fine all’aumento di adempimenti, obblighi e costi per le aziende agricole legati all’applicazione della condizionalità ambientale. Norme troppo stringenti e spesso svincolate dalla realtà che ne hanno reso di fatto impossibile l’applicazione nelle campagne, già colpite dall’aumento costante dei costi di produzione e un corrispondente calo dei prezzi agricoli. Coldiretti chiede dunque di eliminare le eventuali sanzioni a carico degli agricoltori per il 2024 e il 2025 e di procedere alla cancellazione definitiva dell’obbligo di tenere il 4% di terreni incolti, in quanto la semplice deroga non è sufficiente.
Al di fuori della Pac, la situazione economica del settore agricolo va affrontata con misure specifiche anticrisi a partire – continua Coldiretti – da una piena flessibilità sugli aiuti di stato, prorogando il Quadro Temporaneo di Crisi e Transizione di almeno un anno per consentire agli Stati membri di sostenere gli agricoltori con strumenti efficaci come la moratoria sui debiti, che aiuterebbe una larga parte delle aziende agricole soprattutto di piccole dimensione e condotte da giovani e donne.
Per quanto riguarda poi il caso del grano ucraino, per evitare che l’afflusso di grandi quantità di cereali sul mercato europeo possa far crollare le quotazioni, con il prezzo pagato agli agricoltori italiani che è oggi rischia di essere al di sotto dei costi di produzione, Coldiretti propone di utilizzare parte dei fondi Ue messi a disposizione per l’emergenza ucraina per acquistare e stoccare in magazzini europei i prodotti cerealicoli e, più in generale, prodotti agricoli da destinare ai Paesi colpiti da gravi emergenze alimentari. In questo modo si eviterebbe la destabilizzazione del mercato comunitario e al tempo stesso si potrebbe valorizzare il ruolo geopolitico dell’Europa nella lotta all’insicurezza alimentare di queste aree, sulle quali cresce sempre più l’influenza di Paesi come la Russia.