All’indomani delle elezioni amministrative di due settimane fa, è tornato a materializzarsi una questione che credevamo (ingenuamente) fosse chiusa.
Si chiama Ferlive, altrimenti detto il desiderio di realizzare una discarica di rifiuti industriali in contrada Colaianni, in pienissima zona agricola.
Dopo gli allarmi lanciati giorni scorsi, anche Francesco Mundo, il capogruppo comunale uscente del Partito socialista, è tornato a parlare della vicenda, con toni molto duri.
“In contrada Colaianni – ha sottolineato su Facebook – ci vogliono mettere i rifiuti derivanti dalle lavorazioni dei metalli, dei materiali ferrosi e altre porcherie. I rifiuti industriali devono essere trattati e smaltiti li dove vengono prodotti, e cioè nelle zone industriali e non portati in campagna!
L’era delle discariche volge al tramonto (secondo la legislazione attuale, devono scomparire entro il 2018, ndr)”.
L’affaire Ferlive è più intricato di quello che si pensi, però. “La Ferlive – ha ragionato Mundo ai nostri taccuini – non ha mai rinunciato al suo intento, perché opera in modo da sfruttare ogni indecisione o passo falso delle amministrazioni per aprire contenziosi e minacciare risarcimenti onerosi che terrorizzano funzionari e stessi enti.
La dittà di Gaetano Robles – ha proseguito – non si è limitata a vendere la cava in contrada Colaianni alla Ferlive, ma ne ha aperte altre due. Una in contrada Torre del Conte, verso Sovereto, l’altra in contrada Aia di Leo, verso Palombaio, per nulla distante da quella Ferlive. Questo cosa significa? Che si fanno buchi non tanto per estrarre inerti ma quanto per riempirli di monnezza”.
Anche per questo, allora, prende spunto l’ipotesi di un comitato ad hoc per la Ferlive. “Ne ho parlato – ha ammesso Mundo – con altre persone di diversa estrazione politica. Io sono un comune cittadino che ne farà parte se ci sarà una diffusa partecipazione, in primis quella delle associazioni”.