Quella di questa domenica, il 76esimo anniversario della Liberazione, è una grande storia d’amore. Di un grandissimo amore, alla base di quello definito, all’epoca, il matrimonio del secolo. Vinto, però, da un destino che non ha voluto che lei fosse madre. E quindi, lui, un principe, ha dovuto ripudiarla.
Eppure, niente faceva presagire che le cose sarebbero andate così. D’altronde, quando pronunci un “sì” con l’abito da sposa più costoso della storia (disegnato da Christine Dior, oggi valutato 1,2 milioni di euro) le cose non possono andare che bene. Questo pensava la principessa Soraya quando, a soli 19 anni, il 12 febbraio 1951 posava per le foto ufficiali delle nozze con lo scià di Persia Mohammad Reza Pahlavi. Che amava alla follia, ricambiata con altrettanto trasporto. Siamo in Iran, il paese che, nel 1979, dopo la detronizzazione della famiglia imperiale, ha sconvolto il mondo azzerando i diritti delle donne, con le lapidazioni, il chador. Si può immaginare, allora, che dagli atti d’amore che lo Scià dispensava alla sua giovane sposa a fine anni ’40 e inizio anni ‘50, quanto fosse diversa la condizione femminile decenni prima della rivoluzione dell’ayatollah Khomeini.
La protagonista, allora, suo malgrado, è lei. Sor?y? Esfandiy?ri Bakhtiy?ri, figlia dell’ambasciatore iraniano nell’allora Repubblica federale tedesca e che aveva sposato una tedesca. In Iran Soraya ci andava spesso, ma viaggiava molto anche nel resto d’Europa a seguito del padre. E non è un dettaglio, perché tutto parte da qui, perché a Londra ha conosciuto e fatto amicizia con la principessa Alireza Pahlavi, sorella gemella dello Scià, e sono subito scintille. In quella ragazzina allegra e spensierata, infatti, la principessa vedeva un buon partito per il fratello, all’epoca 31enne, che sta divorziando dalla bellissima moglie Fawzia d’Egitto e doveva assolutamente risposarsi perché da questo prima matrimonio era nata solo una bambina, inadatta per la successione al trono.
Le cose vanno in fretta, allora. Lo Scià e Soraya si fidanzano ma, come un brutto presagio, lei contrae il tifo a poche settimane dalle nozze, che però non sono annullate. La luna di miele è perfetta. Fra loro c’è un’attrazione fisica piena di passione e il primo mese vivono al settimo cielo. Tanto entusiasmo dovrebbe subito dare buoni frutti, e cioè una gravidanza. Invece non succede nulla. Dopo sei mesi. Un anno. Tre anni. A questo punto, a corte inizia a serpeggiare il malumore e una terribile convinzione: Soraya è sterile. Idea che diventa certezza dopo sette anni e una cronica assenza di gravidanze.
Ad aggravare ancora di più la situazione succede che, il fratello minore di Mohammad Reza, che in assenza di prole sarebbe il primo in linea di successione, muore in un incidente aereo. Significa, allora, che solo lui potrebbe garantire un nuovo sovrano. E compie un gesto impensabile al giorno d’oggi: il ripudio della sposa. Della moglie. Il 6 aprile 1958, a poco più di sei anni dal faraonico matrimonio.
Dopo essere stata ripudiata, Soraya va in esilio dorato in Svizzera, conservando il titolo di sua Altezza imperiale la Principessa dell’Iran e cerca di rifarsi una vita. Diventa attrice, un’icona di eleganza, in Italia recita con Alberto Sordi in “I tre volti”, si lega sentimentalmente prima al fotografo Gunter Sachs poi al regista Franco Indovina, che però muore nel 1974 in un incidente aereo.
Una ennesima delusione. Si ritira in Francia dove diventa un personaggio del jet set acquisendo il soprannome di principessa triste anche a causa dell’inevitabile depressione che le tiene compagnia. La mattina del 25 ottobre 2001 è trovata in casa senza vita nell’abitazione parigina.
Ha solo 69 anni, ma i medici confermeranno la morte per cause naturali, nel sonno.