In città è boom di scippi (o tentati scippi). E sembra di essere tornati agli anni Novanta. Sì, perché non basta vedere che lo spaccio prosegue incontrollato, che i delinquenti (piccoli e grandi) hanno pieno possesso di vie – tra bici elettriche sempre più grandi e solite vedette in azione – e di spazi anche abbastanza centrali, sono tornati pure a compiere questi crimini schifosi (sì, lasciatecelo dire!).
Gesti che vanno a colpire persone anziane, indifese, che in quelle borse hanno soltanto pochi soldi, documenti e chiavi di casa. Perché il danno non è la borsa (che tanto sicuramente non interessano le Louis Vuitton), né i soldi (che un secondo dopo già si pensa “se li prendessero di medicine!”), quanto documenti da rifare e serrature da cambiare per via delle chiavi all’interno.
Finita la sequela di pensieri in flusso di coscienza, ieri sera dopo la messa (noi, proprio noi, nessun anonimo lettore – questo per qualche nostro odiatore in servizio permanente effettivo –) ci stavamo avvicinando alla benedizione dell’albero in piazza Cattedrale, quando abbiamo sentito una donna urlare in via delle Vergini.
Abbiamo corso, speravamo di poter fare qualcosa. Ma più che aiutare la signora e allertare le forze dell’ordine non potevamo. Ci siamo trovati inermi a vedere con i nostri occhi cos’è diventata la nostra città. Quello di ieri sera è il 3 scippo consumato (di quelli che abbiamo raccolto, mentre due sono i tentanti) a partire dal 20 novembre scorso e una donna, a seguito di uno di questi eventi, ha subito persino la rottura del femore. Non si sentiva di una frequenza così alta da non ci ricordiamo nemmeno quando.
E, allora, vengono in mente tante cose, tante domande. Tutte insieme, tra la rabbia e lo sconforto ci si trova a fare un bilancio.
– Perché nonostante il sindaco Michele Abbaticchio abbia detto di aver chiesto almeno due volte un comitato per l’ordine e la sicurezza, dalla Prefettura di Bari non è stata accolta la proposta?
E poi vediamo nello specifico:
– Perché non c’è una telecamera rivolta verso via le Vergini, che è sicuramente uno snodo fondamentale verso la zona più “calda” del centro storico? Non lo sappiamo solo noi, lo sanno anche i malfattori che sono intelligenti.
– Perché è stato fatto così poco per rinforzare il nostro impianto di videosorveglianza cittadino, al netto delle vagonate di fondi? Sappiamo che ci sono telecamere aggiornate in 4K, infrarossi, che farebbero proprio al caso nostro?
– Perché non si è pensato ad un sistema di “targa system” negli 8 ingressi della città per monitorare le auto in ingresso e in uscita dalla città, così da porre un freno anche ai furti d’auto (così com’è stato fatto a Bari)?
– Perché non si è pensato a sistemare le foto-trappole per gli sporcaccioni che hanno devastato (sì perché 280 siti mappati, pieni di rifiuti e anche amianto sono una devastazione) le nostre campagne?
E andando più lontano:
– Perché non è stato ancora portato a termine il regolamento per il Daspo urbano?
– Perché in un periodo come questo non si è pensato di dare un ulteriore supporto ai commercianti (che sappiamo tutti cosa stanno vivendo) ripristinando il centro Antiracket, che ormai è stato depauperato di ogni linfa?
– Perché, visti i progetti in campo, non si è ripristinato il centro di “Libera” in città?
La mafia e la criminalità (micro e macro) non è stata cancellata né dalla “cultura”, purtroppo, né dal covid che ha soltanto ficcato un po’ di polvere sotto il tappeto. Noi vogliamo delle risposte. E ci siamo pure stufati di vedere i post di questi o di questi altri, di questa o quella parte politica o di gente che apre pagine facebook da altre nazioni, nostalgici della terra Butuntina.
Noi vogliamo prima di tutto delle risposte da chi amministra, vogliamo delle proposte da chi presiede – in presenza o online – alla nostra vita politica cittadina. Perché tanto, Abbaticchio tra un anno e mezzo non si potrà più ricandidare e tra un anno e mezzo non sarà mai più il nostro sindaco: finirà di essere parafulmine.
Cosa resterà? Chi resterà? Con quali idee per lo sviluppo della città vorrà correre verso gli anni a venire? Perché bisogna programmare.
Abbaticchio presto o tardi passerà, dopo rimarremo noi.
Ma abbiamo necessità di un vaccino che ci immunizzi dalla cattiveria dilagante, e che sta solo acuendo le divisioni, e di levarci le mascherine che ci causano spesso l’appannamento della vista. Desidereremmo assembrarci, programmare feste e balli, programmare il futuro che a molti è stato rubato. Non vorremmo svegliarci con i nostri vecchi problemi che, nel frattempo, si saranno ingigantiti, perché li avremo semplicemente persi di vista. Vorremmo che ci sia un moto positivo, un’ondata contagiosa chr invochi il “possiamo fare di più”.
Lo stesso moto positivo di tutte quelle persone che ieri sono accorse per aiutare quella gentile signora che era stata brutalmente scippata della sua borsetta.
Per noi quella signora è stata la raffigurazione della nostra città, lievemente ferita, in lacrime, ma con una gran voglia di rialzarsi.