Dall’Associazione Controvento-Area Popolare riceviamo e volentieri pubblichiamo:
A seguito della presentazione
della nuova socia controventiana, Teresa
Antuofermo, e alla presenza del presidente regionale di Controvento Ivan Cramarossa, si è tenuto il
dibattito della sezione bitontina Controvento-Area
Popolare sull’interrogativo che da mesi tormenta l’intera nazione: “L’Italia
merita un sì o un no?”.
«Con excursus storico, ricorderemo che già i padri costituenti
auspicavano ad un miglioramento per la seconda parte della Carta Costituzionale
italiana e che loro stessi, sin dal gennaio 1948, presero le distanze dal
bicameralismo rilevato in Costituzione» ha introdotto il presidente di
sezione Roberto Cardinale.
Dalla discussione è emerso che è vero che alcune delle modifiche
presentate sono senza dubbio migliorabili e molte perplessità sono state
sollevate anche in merito al nuovo rapporto
tra Stato centrale e Regioni, disegnato dalla nuova legge, ma è
altrettanto vero che il morale italiano sarebbe a terra peggio della Brexit, se
non si concedesse all’Italia di rifarsi.
In futuro si potranno fare dei
miglioramenti, ma se non si parte adesso non si farà più ed il nostro Paese sta
tentando di uscire da una crisi profonda perciò ha bisogno di istituzioni più
efficienti e più all’altezza delle sfide che l’economia globale ci pone.
Chi dice NO, invece, avrebbe voluto una
riduzione immediata dei deputati, ma la riduzione dei parlamentari e la sola
fiducia delle camere ai governi sono già un primo passo.
«Ci troviamo dinanzi ad un assetto politico che fatica a riorganizzarsi
anche a causa di un sistema politico-istituzionale inadeguato» ha
commentato il segretario Marco Santeramoe gli esponenti del movimento.
La riforma Renzi-Boschi e l’Italicum,
legge varata nel precedente 2015, potrebbero essere l’incipit per un migliore
sistema costituzionale, indubbiamente ancora da perfezionare e potenziare, ma
che con altrettanta certezza non vede un’altra riforma dietro l’angolo se
questa dovesse cadere.