Spett.le redazione,
Sono malata, mi sto sottoponendo a sedute di radioterapia, ma fra qualche giorno, servizi sociali e le strutture di sostegno al disagio di Bitonto, consentiranno che io diventi “senza tetto”. Ho scoperto il mio calvario nella primavera 2016 e nel settembre dello stesso anno mi sono sottoposta ad intervento chirurgico. Dopo vari cicli di chemioterapia, da alcune settimane mi sto sottoponendo a sedute giornaliere di radioterapia. Ho bisogno di continua assistenza, poiché ho problemi di deambulazione e faccio molta fatica a raggiungere la fermata dell’autobus per recarmi tutti i giorni a Bari, presso il Centro abilitato. Il mio stato psicologico, oltre che fisico, è pietoso. Percepisco una pensione di invalidità di 280 euro mensili che sono sufficienti ad acquistare gli integratori di cui ho bisogno e qualche altra piccola spesa di prima necessità. Vivo con mio figlio poco più che maggiorenne e disoccupato, il quale si prende materialmente cura di me giorno e notte. Sono in carico ai servizi sociali, che mi hanno sostenuto, affidandomi alla Casa di Accoglienza presso la fondazione Santi Medici, nella quale ad oggi risiedo. Ma da molte settimane sto ricevendo pressioni, sia da parte dei Servizi Sociali che da parte dei gestori della Fondazione affinchè vada via. Pochi giorni fa mi hanno dato l’ultimatum : il 13 novembre 2017 devo liberare la stanza. Ciò é inaudito. Non è possibile far vivere ad una persona la propria malattia in maniera indegna. Non si può permettere ad una signora degente di vivere senza dimora e nell’incertezza sul proprio futuro. È impossibile che con un assegno di 280 euro al mese, per giunta provvisorio io possa soddisfare le mie necessità più indispensabili. Questa é inciviltà. Questa non è umanità. Chiedo solo di vivere serenamente la mia malattia, nella speranza che un giorno possa guarire. Se i Servizi Sociali e la Fondazione dei Santi Medici mi lasceranno vivere in mezzo ad una strada peggiorando la mia condizione di salute, se ne assumeranno la responsabilità.