La cronaca nera, questa nemica della tranquillità.
E intanto persino l’Alighieri si ritrovò ad attraversare l’Inferno per poter conoscere “l’Amor che move il sole e l’altre stelle“.
E allora.
Comodo, quasi automatico scrivere “attimi di panico”, “momenti di paura”.
Formule giornalistiche cui si fa presto l’abitudine, tanto da azzerare la diversità dei fatti da descrivere.
L’assuefazione è l’anticamera dell’indifferenza.
E la rassegnazione prelude al mutismo disperato. Mentre l’omertà trionfa.
Così capita che il racconto delle notizie sia un non facile mosaico da comporre con cauta pazienza.
E non sempre le tessere sono subito a disposizione.
Prendiamo l’assalto notturno ad un tabaccaio di via Ammiraglio Vacca, la scorsa settimana.
Succede che mentre i malviventi distruggono la saracinesca e fanno razzia di tutto nell’esercizio commerciale, arrivino i proprietari.
Ecco, abbiamo provato ad immaginare, anche attraverso testimonianze raccolte nei giorni seguenti, come sia un crimine vissuto dall’altra parte, quella delle vittime.
Concitazione. Angoscia, Terrore.
Urla di terrore e disperazione, in attesa che arrivino le forze dell’ordine. Il corpo che trema per la paura che ti ghermisce e la rabbia che ti fa impazzire.
Gridare contro i ladri è persino inutile.
E se poi questi sono armati?
La sensazione profonda di ribrezzo.
Che schifo, che schifo.
Ti hanno violentato l’anima, rubando tutto quello che è indispensabile per lavorare.
Dio mio, che macello. Tutto da rifare. Maledettamente da rifare…
Poi, viene il giorno dopo.
E per tutti ricomincia la routine quotidiana, come se nulla fosse successo.
Perché nulla di delittuoso esiste in questa città finché non tocca me…