Una “Passeggiata
Antiracket” lungo l’area mercatale, una marcia per la legalità, per
metterci la faccia e per far capire ai cittadini che Bitonto non è abbandonata
a sé stessa.
A confondersi tra la gente, intenta a fare acquisti, il sindaco Michele Abbaticchio, il
commissario di Polizia Giorgio Oliva e il
coordinatore regionale della Federazione Antiracket Italiana, Renato De
Sciciolo.
La corposa presenza di uomini in divisa, in
rappresentanza della Polizia, dei Carabinieri e della Finanza ha destato non
poca curiosità tra i commercianti che hanno avuto l’opportunità di lamentare le
problematiche avvertite e di avanzare proposte costruttive, che potrebbero
migliorare, e non di poco, le condizioni di lavoro.
Sicuramente un po’ restii e intimiditi da microfoni,
telecamere e volti istituzionali, sono comunque riusciti a dire la propria. E
sebbene il tema della manifestazione fosse stato ampiamente specificato, nella
maggior parte dei casi le lamentele riguardavano la zona, troppo grande e
dispersiva, posta a disposizione per lo svolgimento del mercato, il tanfo
avvertito a causa del depuratore, l’atavico problema dell’abusivismo, degli
scippi ad opera per lo più di rom che inducono la popolazione ad abbandonare l’antica
e conveniente forma d’acquisto tra le bancarelle.
Qualcuno, però, si è espresso in merito, «so per certo
che in passato ci sono stati episodi di estorsione che i commercianti hanno
subito silenziosamente. Il controllo c’è, vediamo anche noi, ogni martedì, due
vigili che percorrono via Berlinguer e via Ugo La Malfa, ma non si può chiedere
a due sole persone di controllare una zona così vasta. Ci sentiamo più tranquilli quando l’area è presidiata dai poliziotti di
quartiere, ma la criminalità locale approfitta di ogni loro minima distrazione o
momento di buco».
E se c’è chi afferma che il problema non esista affatto
e che non ha mai avvertito la pressione della criminalità locale, qualcuno
lamenta la mancanza di unione tra commercianti di una stessa categoria, «non sono stato direttamente vittima di
estorsione, non mi è mai capitato di essere costretto a versare tangenti,
ma so che è un fenomeno che si fa strada
da un paio d’anni. Credo che il vero problema è che ognuno di noi si senta solo
e non abbastanza tutelato dalle istituzioni. Certo è anche un po’ colpa nostra,
siamo qui da anni, ci conosciamo tutti e ci facciamo concorrenza spietata l’un
l’altro, mentre non abbiamo mai fatto niente per unirci e combattere contro un
nemico comune, per renderci inattaccabili perché numericamente più forti».
E ancora c’è chi, all’invito delle forze dell’ordine a
denunciare ogni episodio di scorrettezza e illegalità, risponde «sì è vero, tutti sappiamo che sarebbe giusto
ribellarsi al sistema criminale, tutti
sappiamo che da cittadini attivi dovremmo denunciare, ma abbiamo paura che le
conseguenze ricadano solo su di noi, abbiamo paura che, tornando a casa, ci
succeda qualcosa».