Il 12 Febbraio, presso la Sala degli Specchi di Palazzo di Città, si è
tenuta la presentazione dell’ultimo
libro del giovane autore veneziano Giovanni
Montanaro, “Tommaso sa le stelle“.
Lo scrittore con questo ultimo romanzo si è rivalutato, sperimentandosi
nell’approccio della scrittura semplice ma elegante.
Questo libro, infatti, risulta rispecchiare “un modello innovativo”, come dice il giornalista e docente Giancarlo Visitilli, moderatore
dell’incontro.
Definito innovativo per la capacità che ha avuto Montanaro di
confrontarsi con la modernità scrivendo un romanzo quotidiano utilizzando un
linguaggio semplice ma poetico allo stesso tempo.
“Tommaso sa le stelle” ha come protagonista Pietro, un custode
di un deposito giudiziario, che è, come ha spiegato lo stesso scrittore, la
sintesi dell’uomo medio di oggi; è celato dietro una corazza rude e distante,
reduce da un amore sofferto e un senso di solitudine che lo accompagna: così
come Pietro, tutti gli esseri umani sono destinati, ad un certo punto, a
sentire una mancanza nel profondo, un senso di vuoto inspiegabile.
Ed è da questa riflessione che nasce il personaggio di Pietro che, ad un
certo punto, incontra per puro caso Tommaso, un bambino in fuga da una
baby-gang.
Il ragazzo, invece, è la personificazione della purezza per l’autore: un
innocente perseguitato dalla cattiveria del mondo.
La storia, ambientata sul Po con lo scopo di richiamare la bellezza
della natura che ci circonda, non ha un proseguito scontato, Pietro non si
lascia subito impietosire da questo
piccolo bisognoso d’aiuto. Scelta studiata proprio per tenere la storia su un
filo equilibrato: non ha voluto eccedere nè nell’ipocrisia della troppa
comprensione, nè nella cattiveria dell’abbandono del giovane.
“Le differenze esistono
– ha
commentato Montanaro -, è inutile negarle
per bel apparire, e come tali non vanno debellate ma solo accettate ed esaltate”,
giustificando, così, la scelta di mantenere integre le diversità dei personaggi
fino alla fine del romanzo.
Tuttavia le diversità non sono state oggetto di ostacolo in quanto i
personaggi sono riusciti ad affezionarsi, senza accorgersene, instaurando un
vero e proprio amore paterno.
“Tommaso sa le stelle” vede l’accoglienza come empatia: i personaggi non scelgono di aiutarsi
reciprocamente ma lo sentono, ed è l’idea di empatia che rende inebriante il
gusto di questo libro per Visitilli il quale lo considera un opera
contemporanea straordinaria .
Tommaso “sa” le stelle, non le “conosce”.
Tommaso “sa” le stelle perchè è solo un bambino e per l’autore
noi dovremmo “sapere” perchè basta la semplicità e perchè serve un
verbo cognitivo affettivo per relazionarci con le stelle e con il mondo.