La sezione Anpi di Bitonto “Carla Nespolo” sarà presente con un gazebo informativo in piazza Aldo Moro il 21 e 22 maggio, dalle 18 alle 22 a sostegno del Si ai cinque quesiti del referendum dell’8 e del 9 giugno e per promuovere una larga partecipazione al voto.
Lo comunica sulla propria pagina Facebook il circolo locale dell’Associazione Nazionale dei Partigiani d’Italia: «Un lavoro che dia dignità alle persone, retribuito in modo giusto, con adeguate tutele per contrastare precariato e licenziamenti illegittimi. Un lavoro governato da rapporti contrattuali stabili e duraturi, e che preveda il ricorso a contratti a termine come eccezione e solo in presenza di motivazioni oggettive. Un lavoro sicuro, perché la sicurezza è una priorità non negoziabile, mentre oggi con le attuali normative non viene garantita sufficiente protezione specialmente nel caso di appalti e subappalti».
«L’attuazione di questi principi e valori, unitamente alla riduzione da dieci a cinque anni del requisito di residenza legale per la cittadinanza italiana, sono l’oggetto dei cinque quesiti del referendum abrogativo dell’8 e 9 giugno» conclude l’Anpi, pubblicando le motivazioni del Sì
STOP AI LICENZIAMENTI ILLEGITTIMI
Nelle imprese con più di 15 dipendenti, le lavoratrici e i lavoratori assunti dal 7 marzo 2015 in poi non possono rientrare nel loro posto di lavoro dopo un licenziamento illegittimo. Sono oltre 3 milioni e 500 mila ad oggi e aumenteranno nei prossimi anni le lavoratrici e i lavoratori penalizzati da una legge che impedisce il reintegro anche nel caso in cui il giudice dichiari ingiusta e infondata l’interruzione del rapporto. Abroghiamo questa norma, diamo uno stop ai licenziamenti privi di giusta causa o giustificato motivo.
PIÙ TUTELE PER LE LAVORATRICI E I LAVORATORI DELLE PICCOLE IMPRESE
Nelle imprese con meno di 16 dipendenti, in caso di licenziamento illegittimo oggi una lavoratrice o un lavoratore può al massimo ottenere sei mensilità di risarcimento, anche qualora un giudice reputi infondata l’interruzione del rapporto. Questa è una condizione che tiene i dipendenti delle piccole imprese (circa 3 milioni e 700 mila) in uno stato di forte soggezione rispetto al titolare. Abroghiamo questo limite. aumentiamo l’indennizzo sulla base della capacità economica dell’azienda, dei carichi familiari e dell’età della lavoratrice e del lavoratore.
RIDUZIONE DEL LAVORO PRECARIO
In Italia circa 2 milioni e 300 mila persone hanno contratti di lavoro a tempo determinato. I rapporti a termine possono oggi essere instaurati fino a 12 mesi senza alcuna ragione oggettiva che giustifichi il lavoro temporaneo. Rendiamo il lavoro più stabile. Ripristiniamo l’obbligo di causali per il ricorso ai contratti a tempo determinato.
PIÙ SICUREZZA SUL LAVORO
Arrivano fino a 500 mila, in Italia, le denunce annuali di infortunio sut lavoro. Quasi 1.000
I morti. Modifichiamo le norme attuali, che impediscono in caso di infortunio negli appalti di estendere la responsabilità all’impresa appaltante. Cambiamo le leggi che favoriscono il ricorso ad appaltatori privi di solidità finanziaria, spesso non in regola con le norme antinfortunistiche. Abrogare le norme in essere ed estendere la responsabilità dell’imprenditore committente significa garantire maggiore sicurezza sul lavoro.
PIÙ INTEGRAZIONE CON LA CITTADINANZA ITALIANA
Riduciamo da 10 a 5 gli anni di residenza legale in Italia richiesti per poter fare domanda di cittadinanza italiana, che una volta ottenuta sarebbe trasmessa ai figli e alle figlie minorenni. Questa modifica costituisce una conquista decisiva per circa 2 milioni e 500 mila cittadine e cittadini di origine straniera che nel nostro Paese nascono, crescono, abitano, studiano e lavorano. Allineiamo l’Italia ai maggiori Paesi europei, che hanno già compreso come promuovere diritti, tutele e opportunità garantisca ricchezza e crescita per l’intero Paese.