Matteo
Renzi è il nuovo segretario del Partito Democratico. A
stabilire il successore di Guglielmo Epifani alla guida del partito di
centrosinistra è stato un risultato plebiscitario: il 68% dei partecipanti alle
primarie ha dato la propria preferenza al sindaco di Firenze. Il 18%, invece,
ha preferito Gianni Cuperlo e il restante 14% Giuseppe Civati. Un risultato
ampiamente prevedibile, dal momento che, lo scorso novembre, anche tra gli
iscritti, il candidato fiorentino ebbe la maggioranza dei consensi.
Un grande successo
per Renzi si è avuto anche a Bitonto, nonostante Cuperlo avesse vinto nelle
consultazioni interne al partito.
“E’ un risultato soddisfacente, soprattutto
in termini di affluenza e partecipazione. Ha votato lo stesso numero di persone
delle scorse primarie” ha commentato Biagio
Vaccaro, segretario cittadino del Pd, al termine dello scrutinio: “Queste primarie hanno avuto il merito di
aver prodotto una classe dirigente nuova. Al nostro e al mio segretario rivolgo
l’auspicio che adesso tutti collaborino”.
Soddisfatto del risultato è Emanuele
Sannicandro, sostenitore di Renzi, nonché terzo candidato all’assemblea
nazionale per la Provincia di Bari: “La
grande partecipazione è un ottimo risultato per Renzi e per tutto il Pd. Sarà
senza dubbio il segretario di tutti e rappresenterà al meglio la speranza per
un Partito Democratico e per un’Italia migliori”.
Per Emanuele Pinto, ex consigliere comunale
e sostenitore del “rottamatore”, quella di oggi è una giornata storica: “Il vero PD nasce finalmente oggi, perché
oggi è stato liberato dalle secche in cui lo aveva condannato una classe
dirigente dimostratasi a dir poco incapace. Con Renzi abbiamo cambiato verso al
PD e all’Italia e siamo consapevoli aver scritto un pezzo di storia del nostro
Paese, con in più l’orgoglio di averci visto giusto sin dall’inizio! Da domani
il PD non sarà più il partito di alcuni, ma sarà un partito nuovo, inclusivo,
rispettoso, credibile ed in grado di lavorare non per se stesso, ma per il
Paese tutto. Sarà
il PD della gente del PD. I numeri così eclatanti sono un giudizio senza appello
nei confronti dell’apparato. Anche a Bitonto, Mariotto e Palombaio quel 60% a
favore di Renzi pesa come un macigno sulla testa della segreteria cuperliana e
dimostra, ove mai ve ne fosse stato bisogno, che la classe dirigente costruita
con le tessere non corrisponde mai al consenso spontaneo delle urne: i tanti
sostenitori che hanno giustamente preso le distanze dalle logiche folli del
tesseramento selvaggio, oggi legittimamente e con forza rivendicano il diritto
di cittadinanza in questo PD.
A
Bitonto si tratta dell’ennesimo segnale che la Città lancia alla dirigenza del
partito affinchè abbandoni la logica del riciclo per abbracciare quella della
discontinuità. Spero che da quest’ultimo schiaffo ricevuto dai cittadini chi
davvero tiene le redini del partito riesca a trovare, non dico il coraggio, ma
almeno l’umiltà per una reale inversione di rotta. Penso che il voto di oggi
sia l’ultima opportunità che la gente ha deciso di concedere a questo PD”.
Qualche amarezza
regna invece tra i cuperliani. “E’ chiaro
che il tam tam mediatico ha favorito Renzi – ha affermato Vito Cazzato, sostenitore del candidato
triestino – La battaglia congressuale è
stata falsata, ma è la logica delle primarie aperte. C’è un risultato chiaro e
si deve prenderne atto. Ci aspettiamo ora che Renzi si comporti come Bersani,
indicendo primarie aperte anche per la candidatura a premier”.