Un giorno normale, come tanti altri, per due concittadini
che quotidianamente aprono il proprio locale per fare il loro lavoro in un
Centro di Assistenza Fiscale.
Ma lo scorso mercoledì, verso le 11.30 circa, entrano nel locale
due signore. Mamma e nuora.
Le donne desideravano, «pur
non essendo mai state tesserate, né avendo corrisposto nulla a livello
economico né l’idonea documentazione nel 2016, il corrispettivo di alcune
pratiche che non gli è stato corrisposto dall’Inps», spiegano i giovani
professionisti.
La funzionaria del sindacato spiega che «alcune pratiche erano state offerte gratuitamente, ma che per una quella
domanda specifica, sia per il mancato tesseramento, sia perché erano scaduti i
termini di presentazione della domanda, non si sarebbe potuto procedere».
Le due signore prendono ad accusare la funzionaria del
sindacato e la apostrofano con termini poco consoni e assumendo un
atteggiamento indecoroso.
Il responsabile della sede chiede educatamente alle due
signore di accomodarsi gentilmente fuori, anche perché vi era un altro cliente
in studio.
Queste, indispettite, richiedono il supporto del compagno della
giovane, figlio della signora, il quale è arrivato con una bambina neonata tra
le braccia. L’uomo, pur essendo stato invitato ad accomodarsi fuori, questo
colpisce il responsabile del caf.
Questi, accertatosi che la bambina fosse stata presa in
braccio dalla madre, riesce a respingere l’uomo fuori dallo studio assistito
anche dall’altro cliente e da un passante.
Pensando che tutto fosse finito, ritornano all’interno anche
su invito del passante e del cliente che provano a tranquillizzarli.
Ma il diverbio non finisce qui, perché l’uomo si scaglia
violentemente contro la finestra del sindacato, sfondandola. Dopo pochi minuti,
prima dell’intervento del 118 e dei carabinieri, lo stesso si ripresenta nei
pressi del locale armato di coltello, minacciando di morte il responsabile.
«Abbiamo preso tutti i
dovuti provvedimenti e abbiamo riaperto più forti di prima, sperando che certi
episodi non si verifichino più – spiegano i ragazzi -. Gli episodi di violenza per tutti gli operatori che lavorano con il
pubblico stanno incresciosamente aumentando: la sensibilizzazione e la
solidarietà potrebbero essere un deterrente per altri episodi analoghi».