La Commissione agricoltura del Congresso
degli Stati Uniti ha deciso pochi giorni fa di incaricare la Food and Drug
Administration (FDA) di istituire un sistema di accertamento a campione sulle partite
importate di olio di oliva per contrastare le diffuse frodi nel settore.
Il Congresso, si legge in una nota, è
preoccupato per i numerosi rapporti che continuamente parlano di partite di
olio di oliva importato negli USA e venduto ai consumatori americani nelle
quali sono stati riscontratti fenomeni di adulterazione e di etichettatura fraudolenta.
In particolare, si fa notare come alcuni
prodotti commercializzati come olio di oliva contengano in realtà olio di semi
che pongono seri rischi alla sulute dei consumatori con allergie.
«Non
bisogna sottovalutare la decisione del Congresso americano – sostiene Gennaro Sicolo,
presidente del Consorzio Nazionale degli
Olivicoltori (CNO) –. Al momento si tratta di una verifica a
campione sulle partite importate che dovrà portare alla redazione di un
rapporto dettagliato indirizzato alle competenti autorità, con le proposte
sulle azioni da mettere in campo per assicurare la sicurezza alimentrare e la
corretta etichettatura dell’olio di oliva importato.
« Non è escluso – sottolinea Sicolo – che poi ci potrà essere qualche restrizione,
con maggiori ostacoli e difficoltà a commercializzare il nostro olio nel ricco ed
ampio mercato nord americano».
«Da
qualche anno – continua il presidente del CNO –, le organizzazioni dei produttori di olio
di oliva negli Stati Uniti chiedono al Congresso indagini rigorose sulle
importazioni e nuovi standard commerciali che possono tramutarsi in barriere
contro le importazioni. Gli USA sono il principale mercato a livello
internazionale, assorbendo oltre il 35% degli scambi mondiali complessivi. Il
CNO non teme maggiori e più scrupolosi controlli, perché il nostro olio extra
vergine di oliva è tracciato e garantito. I produttori del CNO fanno della
qualità e della autenticità la loro bandiera, nonché la loro principale arma di
marketing con la quale conquistare i consumatori italiani ed internazionali».
«Non vorremmo però – conclude Sicolo –, che alla fin fine la manovra del Congresso
USA finisca per essere connotata prevalentemente da intenti protezionistici».