Si è concluso la scorsa domenica #mustchange, la serie di incontri per parlare di politica, della direzione che il Pdl dovrà seguire.
Dopo gli importanti dibattiti sulla politica nazionale prima con Raffaele Fitto e Maurizio Gasparri, con quelli cittadini tra Domenico Damascelli e Rocco Mangini, poi, il meeting si è avviato al termine con l’onorevole Antonio Distaso, il capogruppo del PdL alla Regione Puglia, Ignazio Zullo e gli amministratori degli Enti locali Damascelli, Carmela Rossiello e Damiano Somma.
A moderare l’incontro spaziando dalla politica nazionale, passando per la sanità, toccando la scuola e le quote rosa, il dott.Maurizio Loragno, direttore del mensile Da Bitonto.
Pare, sempre più, che la politica sia figlia degli immediati tempi che corrono senza avere più prospettive a lungo termine. «Viviamo una fase di profondo travaglio – ammette l’on. Distaso -. Bisogna avere un partito più rispondente alle istanze della società, più aderente alle esigenze del territorio. S’è dato vita per necessità ad un governo Monti, chiuso una legislatura con una spinta cominciata già prima della caduta di Berlusconi e ora viviamo con un sistema elettorale balordo».
«Non si era in grado di eleggere un Presidente della Repubblica, e abbiamo preferito richiamare Giorgio Napolitano, già 87enne – ma con rammarico afferma l’onorevole -: sarebbe stato meglio avere un Presidente dichiaratamente contro che uno equidistante. Il Pdl è fortemente ridimensionato, le larghe coalizioni sono una cosa seria: bisogna invertire le problematiche, eliminando ciò per cui non si è d’accordo. Ogni giorno si discute su ogni problema del governo. La legge elettorale va cambiata perché effettivamente non funziona, rende il potere legislativo più debole e così tutti noi».
Dice la sua sulla legge elettorale anche Damascelli: «Ci vuole una legge elettorale che riavvicini l’eletto al suo territorio. Tutti i nostri deputati hanno una storia politica e amministrativa alle spalle e stanno facendo egregiamente il loro dovere».
Larghe coalizioni, politici che sembrano continuamente tramare alle spalle dei poveri elettori, che non capiscono – nemmeno loro, figuratevi noi – che direzione prendere. Un messaggio forte è arrivato nel weekend azzurro da Maurizio Gasparri, che ha notato un «vuoto di governo in una politica che non si può improvvisare. Questo è il momento in cui tenere da parte le sigle: bisogna pensare all’unità più che ai nomi». E poi il monito da Raffaele Fitto: «occorre avere la schiena dritta in questo momento, dobbiamo essere leali e non saranno tollerati ammutinamenti».
Il dott. Ignazio Zullo, gioca in casa parlando di sanità: «per l’idea di sanità ripartirei da Fitto perché, da buon politico, aveva precorso i tempi guardando quello che erano le esigenze della popolazione che cambiava la sua struttura demografica. Il problema, soprattutto in Puglia, è caratterizzato dalle malattie degenerative: è necessario assicurare le funzioni primarie».
E poi rincara la dose. «Abbiamo perso tempo con Vendola: ha tolto i ticket farmaceutici, togliendo quel pacchetto di risorse finanziarie e avanzando nello sforamento del patto di stabilità a discapito della sanità pubblica. Il Presidente dice per la povera gente, ma se un povero vuole curarsi, paradossalmente deve pagare».
La soluzione? In fondo al tunnel delle speranze, soprattutto di chi è seriamente malato, chi corre verso le emergenze e aspetta anni prima di un intervento: «Si è pensato alla privazione senza una sostituzione seria della sanità pubblica. Si riparte dalla tecnologia, dai dati avanzati in rete, dalle ambulanze medicalizzate, da tutti quei servizi che ci permetterebbero di arrivare e ovunque anche stando a casa».
La situazione è davvero drammatica anche dal punto di vista sociale e lo ricorda Damiano Somma. «Ci troviamo in un momento storico particolare. Al comune s’affacciano ai servizi sociali anche chi, poco tempo fa per dignità personal, non si sarebbe mai sognato di farlo. Che si faccia seriamente un taglio alla politica»
Finalmente spazio alla donna a destra, alla donna che è scuola perché dirigente scolastico, che è politica perché consigliere comunale, che è passione perché mamma, che si cimenta al meglio in tutto quello che fa: Carmela Rossiello.
Così parte nella corsa: la scuola. «E’ la mia passione fondamentale, la sento come fosse una seconda pelle. Ho sempre sostenuto l’esigenza di una politica scolastica perché anche quando c’era la possibilità dal punto di vista economico come una struttura dove creare il tempo pieno, i laboratori, piuttosto che tenere i ragazzi per strada – è sotto gli occhi di tutti la piaga della devianza minorile –, quando mi sono ritrovata a vedere questa improvvisa corsa alla mensa, al tempo pieno, sono rimasta un po’ basita. E ho chiesto spiegazioni. Questa storia di attribuire a Valla tutte le pecche, mi fa imbestialire. Bitonto è molto indietro».
Il ruolo politico: «Crediamo in una opposizione costruttiva e non demagogica. Sono felicissima della mia esperienza in politica».
Le quote rosa: «Non sono d’accordo con le quote rosa, non ci deve essere una legge per dire che le donne debbano essere parte attiva della politica – e poi continua –. Non esiste una parità tra uomini e donne ma una differenza di genere».