Dall’avvocato Vito Desantis, segretario cittadino dell’Udc, riceviamo e pubblichiamo.
“Molto
rumore per nulla, con un arrivederci che risplende come un addio.
Durante la
prima ora tutti capivano, moderatori, pubblico e Dio; dopo la seconda ora
capivano moderatori e Dio, alla terza ora solo Dio capiva il contenuto degli
interventi al forum.
Ho
chiesto ad un amico le sue impressioni sul forum e mi ha letteralmente detto:
“Aria fritta”.
Questo
mio amico non ha tutti i torti perché andando per curiosità a rivedere la
diretta (mi congratulo con i giornalisti) ho avuto l’impressione che l’unico a
volere la unità sia il Sindaco, mentre tutti gli altri fanno buon viso a
cattivo gioco.
Orbene,
perché Abbaticchio vuole l’unità?
Le
ragioni sono tante e tutte compatibili.
Abbaticchio
vuole l’unità perché ha capito che la macchina Amministrativa senza Dirigenti
non può funzionare e che non potendo assumerli perché il patto di stabilità
glielo impedisce, con l’aiuto del PD, potrebbe avere l’opportunità di vedere
qualche dirigente arrivare da altre amministrazioni a scavalco, atteso che le
sue liste civiche non hanno alcuna voce in capitolo; vuole prepararsi per se o
per le persone da nominare alle provinciali e regionali dato che con le liste
civiche non avrebbe neanche il biglietto di solo andata, e soprattutto vuole
dare prova di essere un perfetto organizzatore decisionista a chi è seduto
sullo scranno più alto del suo.
A tal fine ha volutamente dimenticato lo slogan
della sua campagna elettorale “LIBERIAMO”; ha dimenticato di avere, unitamente
ai suoi compagni di cordata schiaffeggiato a più non posso i dirigenti del PD locale
e dei suoi alleati; ha dimenticato di avere fatto promesse che non riesce a
mantenere ed infine ha dimenticato che la sinistra moderata unita alla estrema ha
sempre perso tutte le battaglie (vedi le politiche ultime).
Orbene,
io mi chiedo un Sindaco che non riesce a trovare la soluzione per l’insediamento
delle commissioni consiliari, che non vuole essere controllato atteso che dopo
un anno non ha costituito la Commissione di controllo e garanzia, che vieta tassativamente
ai Consiglieri Comunali di accedere agli uffici ed esaminare gli atti Comunali,
facendo venir meno il diritto-dovere di cui il singolo consigliere è stato
investito dal popolo sovrano, come può chiedere l’unità della sinistra,
soprattutto al PD garantista per vocazione?
Mi
chiedo anche: quelle forze di sinistra che hanno oltraggiato il PD, sono disposte
a cedere la loro poltrona per una nuova intesa? La domanda è retorica.
Del
resto, quale sarebbe la affidabilità di quei partiti (leggi SEL) che a livello
nazionale dopo aver stretto alleanza col PD ed aver incassato la presidenza
della Camera, hanno abbandonato il compagno di cordata?
Infine,
ma non per ultimo, quali sono le motivazioni politiche-programmatiche che
potrebbero far dimenticare gli schiaffi sulla dignità subiti non più di un anno
addietro?
Basta
avere lo stesso abito per andare insieme alla prima Comunione? Al forum si è
detto tutto ed il contrario di tutto con tanta disinvoltura che alla fine tutti
avevano capito una cosa diversa.
Il
Sindaco voleva a tutti i costi parlare dei problemi della città, ma i convocati
erano sordi e muti ed ognuno difendeva i fatti di casa sua, dimenticando che
erano stati convocati per creare una casa comune.
C’è
un antico proverbio che recita: “hai voluto la bicicletta, ed allora pedala”.
Scevro
da ogni velleità di insegnare qualcosa a qualcuno, posso affermare senza tema
di smentita che le alleanze sono di duplice natura: Alleanze politiche ed
alleanze elettorali.
L’attuale
amministrazione ha creato un’alleanza elettorale ma non politica atteso che nel
D.N.A. della sinistra estrema esiste un cromosoma i cui geni prediligono le
spaccature e non già le convergenze. È stato più facile creare un partito con i
centristi della ex DC che un partito unico per tutta la sinistra.
Il
ridetto cromosoma contiene il gene chiamato “invidia” individuato e
pubblicizzato da uno slogan “Parlate sempre male degli altri, vedrete che alla
fine qualcosa rimane”.
Le
vere alleanze sia elettorali che politiche si basano sulla lealtà e sul
rispetto reciproco qualità che ho difficoltà a riscontrare in parecchie
situazioni contingenti.
Dalla
lealtà e dal rispetto nasce la fiducia e quando vi è fiducia v’è progresso e
benessere, che a loro volta hanno come principi informatori la esperienza
storica e la programmazione”.