Domenica sera nel calendario “Domenica a teatro” per le
famiglie bitontine è andato in scena “La
principessa sul pisello” sulla base della fiaba danese scritta
da Hans Christian Andersen nel 1835, ma rivisitata in chiave
moderna dal Teatro Kismet OperA.
Il principe Emiliano Domizio Nicola è cresciuto nel suo
castello protetto, nutrito e coccolato con un solo svago: la sua chitarra. È lei
la sua compagna, colei che gli allontana la noia, unica padrona della sua vita.
Sua madre cerca ormai da anni di organizzare per lui
grandi feste affinché possa incontrare l’amore, una donna degna di poter salire
al trono. Ma Emiliano sogna una donna diversa da quelle che la regina gli
propone: “Bella senza l’arroganza
della bellezza, nobile senza l’arroganza della nobiltà pietosa senza l’arroganza
della pietà”.
Sarà proprio la madre ad allontanare suo figlio di casa
per intraprendere un viaggio che gli permetterà di scoprire la vita reale, fuori
dal castello.
Nessun abito ottocentesco, ma moderni jeans e tacchi a
spillo quelli che indossa Carolina, donna incontrata durante il viaggio, che
tutt’aveva tranne che sangue reale.
Il principe si trova così catapultato, dopo un
concerto, tra soldi e tournee lontano dal suo amore.
I giovani, finalmente, si ricongiungono e il principe
presenta la donna a sua madre come la principessa del regno di Beautiful Tree (una bella trasposizione
di Alberobello): la regina sottopone la ragazza alla prova del pisello.
Dormirà su venti materassi, tra venti guanciali, al di
sopra del quale viene preparato il giaciglio per la notte: il pisello durante
la notte parla alla giovane che, così, decise di dormire sulla poltrona.
Il mattino seguente la regina non appena viene a sapere
che la ragazza non era riuscita a chiudere occhio, dichiara che solo una vera
principessa poteva avere la pelle tanto delicata da percepire la presenza del
pisello, ed ordina di far celebrare immediatamente il matrimonio.
Il testo e la regia di Lucia Zotti attraversa il mondo magico della fiaba tradizione fra
principi e regine, servitori e regge sontuose, con la realtà del viaggio in
autostop, in chiave metropolitana.
La musica originale di Nicola Masciullo è rock e piacevolmente distante per i bimbi
presenti dagli ottocenteschi valzer.
Il linguaggio semplice della fiaba coglie l’attenzione
di grandi e più piccini grazie anche all’interpretazione divertente e briosa diMonica Contini, Deianira Dragone e Nicola Masciullo.
Il messaggio che, certamente, tutti hanno colto è che “Chi semina amore raccoglie felicità”.