L’autrice bitontina Liliana Tangorra presenta oggi, in collaborazione con la Libreria del Teatro, il suo ultimo prodotto letterario, “Venghino Signori! Storia dei teatri di Puglia e analisi del patrimonio pubblicitario (1840-1940)” presso la Galleria nazionale di Puglia “G.R. Devanna” di Bitonto.
L’incontro con i cittadini, fissato alle ore 18, sarà moderato dalla dott.ssa Chiara Cannito e presentato dal prof. Nicola Pice.
Liliana è già conosciuta sul territorio bitontino perché fa parte della compagnia Fatti d’Arte, che in occasione di questa presentazione eseguirà un brano shakespeariano.
Abbiamo ricevuto e volentieri pubblichiamo la sinossi del prodotto letterario e monografico.
La famosa frase ‘Venghino, signori, Venghino!’ che gli urlatori e i banditori pronunciavano ad alta voce per invogliare gli spettatori ad assistere a spettacoli circensi, di prosa e varietà, diventa, in questo studio, il pretesto, o meglio l’incipit, per richiamare l’attenzione del lettore o degli studiosi ad assistere a una nuova epifania – rispetto agli approfondimenti passati sull’argomento – che vede il mezzo pubblicitario come protagonista per la conoscenza di una storia artistica e culturale non troppo lontana,. Una grande quantità di materiale tipografico riferito alla messa in scena di opere per i teatri storici pugliesi è andato perduto e merita di essere recuperato. Questo studio si è posto l’intento di censire, nonché di analizzare in senso critico e storico artistico, le locandine, i manifesti, le brochure, i libretti da sala, che annunciavano spettacoli di ogni genere, svoltisi presso i teatri storici pugliesi, recuperando un patrimonio non solo storico-artistico, ma anche antropologico, ancora misconosciuto o addirittura perduto; tutto questo definito attraverso la rilettura della storia dei teatri storici pugliesi. Questo testo non manca di sorprese: tipografie ancora in vita che custodiscono un patrimonio tutto da valorizzare e archivi privati testimoni di una storia fino a oggi inesplorata.
Come sosteneva Filippo Tommaso Marinetti, il quale già agli inizi del Novecento aveva compreso bene il potenziale legato al mezzo pubblicitario:
«La massima originalità, la massima sintesi, il massimo dinamismo, la massima simultaneità e la massima portata mondiale. Ecco che cos’è la pubblicità».