Vi è mai capitato di spostarvi oltre l’asse che vi teneva in equilibrio?
Di guardare giù o magari mettere le braccia in modo non perpendicolare al corpo, tale da “sfidare la gravità”? vi mai capitato di trasgredire alla condotta “salviamo il salvabile” ?! … quando ormai il 2017 era pronto a chiudere le porte, ci siamo svegliati con la notizia di una povera compaesana, vittima della criminalità organizzata, strumentalizzata come arma difensiva da un malvivente, che ha preferito salvare il suo torace piuttosto che la pelle dell’anziana donna.
Tutti i notiziari hanno parlato di noi, il trailer del film stava prendendo finalmente forma, “la guerra per il
narcotraffico, una vittima”. Gli eroi neri ci controllano e ci osservano, dopo aver scritto un copione che a noi
spetta semplicemente eseguire, ciascuno ha un ruolo e deve rispettarlo, non è concesso a nessuno
cambiare personaggio. La loro propaganda è orchestrata dai giovani, che comprano pane e frutta dal
mercato nero, tutti gli altri sono messi indirizzati dalla regia. Non è permesso utilizzare l’arma della parola
verso di loro, potrebbe diventare un’ascia rivolta verso di noi. Anche se non ci sentiamo parte, siamo tutti
più o meno coinvolti, e quando ormai vorremmo scendere dalla giostra, questa si accinge a girare a
sfinimento. A cominciare da quando sentiamo quel sospettoso odore aromatico, quegli occhi aperti e
insanguinati, quel viso perso in un universo parallelo dove si può ottenere ciò che si desidera, quelle false
risate, o innocenti lacrime di fronte a cui deviamo lo sguardo, tenendo la bocca chiusa e procedendo verso
casa.
La sera stessa ci capita di pensare ai nostri figli, nipoti, amici, che forse, un po’ la loro generazione sta
andando in rovina, e chissà se saranno pronti ad affrontare quel tipo di mondo in cui se non acconsenti hai
problemi di integrazione, vieni considerato “antico” o ti conviene rimanere a casa. Ma poi ci
addormentiamo, scacciando via quei pensieri, non siamo noi a doverci occupare di ciò e per di più non
siamo neanche dei guerrieri.
Eppure quel film ha spezzato il cuore ai compaesani, rendendoli partecipi al dolore della famiglia della
vittima, manifestato con un corteo in suo onore e contro la criminalità organizzata.
Chissà se il sacrificio della signora sarà valso a rimettere ordine tra le pedine, ci auguriamo tuttavia che la
paura, figlia del nostro tempo, venga finalmente combattuta.
Questa notizia “elettricamente carica” ha scosso il nostro corpo inerme, seppur consapevole, invogliandolo
a trasgredire quella fastidiosa condotta per cui ‘ tutto si può ancora ricomporre ‘; quando ormai tutto è
distrutto e la faida tra clan ha incarcerato nella rete anche una vittima, seppur innocente, rendendoci
schiavi, a nostra volta della loro tirannide. Loro per noi, sono simili a degli eroi cattivi , conosciamo
benissimo il loro volto ma non abbiamo intenzione di sfidarli con il coltello (la parola), preferiamo agire in
omertà, tenendo in serbo quel coltello nella sua custodia, poiché potrebbe diventare un’ascia rivolta verso di noi.