Stamane , in bitonto nei pressi di “porta baresana” (dalla parte di piazza Cavour), alla cui sommità si staglia la bianca scultura della patrona di bitonto, la madonna, M’è apparsa, non colei che, secondo i falsari della Storia, avrebbe supplicato o intimato il/al generale montemar di non vandalizzare (è un verbo che, oggi, fa tanto “trend”) bitonto, ché pupilla dei suoi occhi, ma una ragazzina nuda, quasi, in quanto i suoi ”jeans” erano ricamati con arabeschi di vasti buchi al culo, nei pressi dell’inguine (da quel che si poteva appercepire, la puella doveva essere, non colpevolmente, priva di biancheria intima, perfino. Bahh, potrebbe essere plausibile l’ipotesi, in quanto con il caldo anomalo di questo autunno secco, senza sorella pioggia, tutte le parti di qualsiasi corpo umano e non avrebbero bisogno e, quindi, diritto di/a un alito di frescura….Altrimenti, sai che profumo di prugne mature!), dalle parti delle ginocchia. Per carità! Non per vieto, lercio moralismo di chi è ammalato di parrucchinite, MI sono Indignato, sebbene perché quel “look” MI testimoniava che quella ragazzina, effettualmente, o ”in interiore” era una della ciurma sottoacculturata, del branco; che, poveraccia lei, non aveva alcuna autonomia nel decidere le modalità del suo essere al mondo e del suo apparire, per non aver, giammai, Elaborato o fatto mente locale il/ al Concetto di Originalità, Creatività; che, poveraccia lei, ipostatizzando i suoi “jeans”” lacerati, era sicura di aver operato la sua irrevocabile, moderna discontinuità dal “comune senso del pudore” dei suoi maggiori; che poveraccia lei, ancora, elevava a dogma del vivere la simiglianza a milioni di altri suoi coetanei, non l’Irripetibilità sua rispetto a milioni di altri suoi coetanei. Il Divino Totò Proclamava che la somma genera il totale, IO, ParafrasandoLo, Concludo che la somma di milioni di addendi, simboleggianti il nulla, totalizzano il nulla. C’è da disperarsi: una infinità di corpi di fantoli, di adolescenti, di giovani con il nulla dentro. Senza Anima! Stamane, se pur non ce ne fosse bisogno, ho, ulteriormente, fatto la prova del 9 della Relatività di tutto. Già, gli Intellettuali di ogni latitudine e longitudine, lasciando ratzinger al suo, mai, dismesso pianto amaro per la morte delle verità assolute nel campo della Conoscenza, dei principi immutabili in sede morale, si erano, si sono rassegnati alla Relatività delle toste Categorie Kantiane di Tempo e di Spazio, in seguito, dei Valori. Comunque, nessuno avrebbe supposto che le pezze al fondoschiena, che le macerie per ogni dove lungo i ”calzoni”, sia dei maschi, sia delle femmine, per i nostri “d’antan”, non pochi impossibilitati, a causa della loro indicibile pauperizzazione, a mettere insieme il pranzo con la cena, motivo di immedicabile vergogna, mentre dai loro pronepoti, nella fortunata condizione di rifocillarsi, senza soluzione di continuità, con pranzi, apericene, cene, siano considerate, demenzialmente, qualcosa da ostentare, ritta la cervice a cresta di gallo o di gallina. Data la mia Età, Disonoranda in anni di imperante giovanilismo, cavalcato, eziandio, da rinsecchite carambane, MI Esternizzo, raramente, dal mio “Bunker”,”tamen”, tutte le volte che sono, rondinando per il cibo, costretto a farlo, in Esso Rientro, di Volto nerizzante Fornito, Basculando, ritmicamente, a mo’ di inguaribile Pessimista, la Mia Abbondantissima Materia Grigia, Custodita nella Mia Capace Scatola Cranica; dipoi, Facendo Operare al Mio Tronco un frenetico “ballo di san vito” con piroette di Giustificata Indignazione. E Scorro l’italiettino passato, non eccessivamente, remoto, da contabilizzare, insomma, in oltre 70 anni, che ha fatto i conti con ciò che ha vissuto della la mia generazione: una dolentissima guerra mondiale; 20 anni di fascismo e le esecrabili leggi razziali; 50 anni di regime democristiano con la vocazione alla corruzione incorporata nella zucca di ciascun democattolico, sia che fosse laico, sia che fosse consacrato, secondo il dire delle beghine; il ’68, la cui unica eredità fu, è il ”tu” che il salumiere, il macellaio, il meccanico, la cassiera “conad” dispensano a pioggia a cani, a porci, a Clienti, astralmente, da loro Lontani per Scienza ed Etica Consapevolezza del Perché e del Come Esistere; 20 anni di erotismo berlusconiano, condito di trotismo familistico bossiano. E Scorro il presente che fa i conti con i padri e madri (pronepoti dei sessantottini, bardi del permissivismo, idiota, masochistico, nei riguardi dei loro frutti spermatozoici) degli attuali giovincelli con le sopra menzionate pezze al culo e gli “smartfhone” attaccati al naso, gocciolante di liquido seminale; con il renzismo, il gentilonismo, il grillismo, la televisione e i ”social” insensati, a dir poco; le squadre di “calcio” italiettine, orbe di calciatori italiettini e con quant’altro, direbbe il giustiziere, ora in pantofole, di pietro. E il futuro? Non lo invidio, se Immagino la inopia culturale, etica, politica di coloro che lo frequenteranno, sì che, per compassione nei loro riguardi, MI Limito a Tentare di Imitare le Sonorità di quella Pernacchia Edoardiana nei confronti di un barone, stronzamente, altezzoso, schizzinoso (di cui si racconta nel Film di De Sica: “L’oro di Napoli”), tale i cretinotti che pascolano le movide condominiali, fatti, rifatti, sfatti da alcol e droghe. Di notte, mentre i loro padri e madri se la spassano in braccio a morfeo o, se insonni, ad eros. Tutta plebaglia di centro e di periferia peninsulare, alla quale è, pericolosamente, affidato il destino della Democrazia. Ché, infatti, il votare dei plebei è di pancia e gli esiti umani del loro voto li espellono dall’orifizio inferiore!