Abbaticchio parte seconda è iniziato, ufficialmente alle 9,33, quando il presidente “temporaneo” del Consiglio comunale, Gaetano Bonasia (consigliere più anziano del partito di opposizione più suffragato) ha dato il via ai lavori della prima assise della nuova consiliatura.
Il giudizio? Non positivo, perché per espletare un Ordine del giorno “istituzionale” (tradotto, pura formalità) ci sono volute quattro ore, a causa di alcuni interventi filosofici e demagogici – da destra e sinistra, ben s’intenda – forse inutili visto i contenuti da analizzare, e che magari sarebbero stati più opportuni in altre circostanze.
E stendiamo un velo pietoso sulle baruffe iniziali su quali poltrone occupare dell’emiciclo…
Vito Labianca presidente dell’assise. L’interesse di ieri era tutto nel secondo punto: la nomina del presidente dell’assise comunale.
Dai banchi dell’opposizione, per bocca di Francesco Scauro (Partito socialista), si chiede al sindaco Michele Abbaticchio quale sia il candidato allo scranno anche per poterlo condividere.
Si associa anche Carmela Rossiello (Forza Italia), mentre dai banchi della maggioranza, Christian Farella (Direzione Bitonto) “sposa” l’idea del socialista, ma ammette che, per una idea condivisa “andavano sospesi i lavori oppure in sede preliminare concordare un nuovo metodo politico”.
Il primo cittadino, però, è chiaro: non ci sarà condivisione (lui se ne assume le responsabilità) e il candidato è Vito Labianca, in forza a Iniziativa democratica della Puglia.
E così sarà. Alla terza votazione (è logico: alle prime due chiamate servivano 17 voti, alla terza ne bastavano 13), il dado è tratto: Labianca prende 14 preferenze, Farella si ferma a 3, 1 Ciminiello, 6 le schede bianche.
Appunto da fare, però: ieri – causa assenza di Pasquale Castellano – la maggioranza era composta da 15 membri, ma Labianca ha preso 14 voti.
Perché? C’è già aria di franchi tiratori? O è stato il candidato stesso a non votarsi per “garbo istituzionale”?
Il neo presidente, nel frattempo, si presenta: cita Alcide De Gasperi, ammette di essere di parte ma promette di salvaguardare i diritti di tutti i consiglieri.
Poi, a raffica, gli auguri di buon lavoro da tutto l’emiciclo, seppur con qualche polemica.
Eletti anche i due vicepresidenti: Giuseppe Santoruvo (70032-Città in movimento) sarà quello vicario. Antonella Vaccaro (Partito democratico) sarà quello semplice.
E, quindi, i capigruppo. Direzione Bitonto: Christian Farella; Tra la Gente: Emanuele Abbatantuono; Riformisti cattolici e popolari: Emanuele Avellis; 70032-Città in movimento: Giuseppe Santoruvo; Insieme per città: Michele Daucelli; Partito democratico: Antonella Vaccaro; La Puglia in più: Massimo Lacetera; Partito socialista: Francesco Scauro; Città democratica: Francesco Brandi; Bitonto solidale: Domenico Incantalupo; Iniziativa democratica: Marida Milo Milo; Progetto comune:Pasquale Castellano; Movimento 5 stelle: Cataldo Ciminiello; Forza Italia: Carmela Rossiello; Governare il futuro: Michelangelo Rucci.
Giuramento sindaco, presentazione Giunta e attacco di Daucelli.
Dopo altri due punti formali (giuramento del sindaco e “conferma” della giunta) arriva la polemica di Michele Daucelli, secondo cui gran parte della maggioranza che cinque anni fa sosteneva l’attuale sindaco adesso è all’opposizione, “è stata fatta la giunta, ma a chi sarà data la delega alle Partecipate? Chiederemo che siano rispettati i regolamenti comunali e quelle nazionali”. Poi rivela di essere stato minacciato dal sindaco per ben due volte per la revoca della delega (era assessore al Bilancio fino a febbraio 2017, ndr), e di aver chiesto a Emanuele Sannicandro di ritirarsi dalla candidatura a sindaco dopo le primarie.
Seguono poi polemiche e contropolemiche, interventi filosofici ed eruditi, e anche un po’ di demagogia.
Ok alla Commissione elettorale. Scelti anche i membri della Commissione elettorale comunale. I membri effettivi sono Marida Milo Milo, Arcangelo Putignano e Michelangelo Rucci; i supplenti Emanuele Avellis, Massimo Lacetera, Carmela Rossiello.