Oggi ho avuto l’onore di conoscere Chiara. Non è una celebrità ma, a causa di una malattia talmente rara da non essere catalogata in alcun libro di medicina, lotta contro la signora morte.
Sette volte ha rischiato di non svegliarsi dalla l’anestesia e per sette volte l’anestesista ha visto riaprire i suoi occhi e risentire la sua voce. Perché Chiara ha troppi traguardi da raggiungere. Si deve diplomare, poi laureare, poi vivere ancora. Ed ancora.
Sette volte accompagnata da grandi docenti e splendide scolaresche del Liceo Scientifico di Bitonto, luogo in cui nascono le amicizie vere. Stamattina le ho augurato buon inizio di anno scolastico a nome del Comune e di una collettività che deve ancora imparare il valore di quello che ha ogni giorno. Nel momento in cui è scattata la foto, ho sentito le mani di Chiara sulla fascia tricolore che indosso. Sono mani di una giovane che, con la sua storia, desidera insegnare a tutti la responsabilità di avere una vita, la felicità di esserci e la nostra quotidiana miseria nel lamentarci di qualunque cosa. Quelle mani si appoggiano sul tricolore per regalargli nuova fiducia e speranza, proprio da chi quest’ultime se le guadagna ogni giorno con una determinazione incredibile. Come siamo fragili, cara Chiara. Come potremmo essere tutti forti se solo fossimo, anche in minima parte, come te. Grazie ancora : non sai davvero quanto abbiamo bisogno di te.
E buon anno scolastico a tutti i nostri studenti”