Quando chi ha giurato sul testamento di Ippocrate viene “collocato a riposo“, sa che non è finito nulla, perché il legame affettivo creato con le persone curate non si spezzerà mai. Specie se il rapporto non è stato basato solo su quattro farmaci da prescrivere, ma da autentiche carezze fatte dolcemente al cuore di chi soffriva.
Chi, poi, aveva un occhio di riguardo per i più piccoli, in un battibaleno assume le sembianze di un angelo custode che non ti abbandona mai.
È il caso del dottor Giovanni Modugno, da settembre in pensione.
Con parole piene di gratitudine e commozione, una cara paziente, a nome di tutti gli altri, così scrive: “Ora, non sarai più lì, non mi dirai più “na ne nudd, forzaaa ca si fort”. E pensare che mi hai vista nascere e mi hai stretto fra le tue braccia. Hai ascoltato le mie paranoie, mi hai rassicurato quando avevo paura, mi hai dato coraggio quando ti ho confidato di essere in attesa del mio primo figlio. Per nn parlare di quando ero ragazzina e venivo da te con un po’ di imbarazzo e ti facevo mille domande su tutto e tu, con molta eleganza e garbo, mi rispondevi sorridendo. Io per 42 anni, non ho avuto un medico di famiglia, ma un padre. Ti voglio bene, doctor. Come farò ora? Buona pensione, pezzo di vita!”.