Non
siamo comitati elettorali, certo. In teoria, però, possiamo
candidarci (anche) alle prossime elezioni comunali purché lasciamo
la nostra carica entro due mesi dalle consultazioni.
Leggendo
il comunicato diramato dai presidenti dei Comitati di quartiere n°
2,3,4,6,9,15 e quello di Palombaio (Luciana
Quarta, Giuseppe Centrone, Pasqualina Piglionica, Fiorella Carbone,
Saverio Ancona e Dino Lonardelli),
gli aspetti più importanti sono questi due. Da un lato, si ribadisce
il massimo impegno a mantenere la loro carica e incarico, per nulla
facile. Dall’altro, però, Regolamento alla mano (articolo 19, comma
2), sottolineano anche che possono tranquillamente candidarsi alle
elezioni comunali del prossimo anno.
L’articolo,
infatti, cita che “i Consiglieri di Quartiere che intendano candidarsi alle cariche di cui
al comma precedente (Consigliere,
assessore, e altri incarichi simili, ndr) dovranno
rassegnare le proprie dimissioni da Consigliere di Quartiere almeno
sessanta giorni prima delle elezioni cui saranno candidati. In ogni
caso gli stessi decadono dal momento della sottoscrizione della
candidatura”.
La
polemica sul presunto utilizzo dei Comitati di quartiere come
“serbatoio di voti” (tanto per usare una frase tanto cara a
Gaetano Salvemini) è stata lanciata dal capogruppo comunale di Forza
Italia, Domenico Damascelli, lunedì in Consiglio comunale. L’ex
vicesindaco, infatti, ha lanciato l’allarme secondo cui i presidenti
dei suddetti organi siano pronti a candidarsi in liste elettorali a
supporto del sindaco Michele Abbaticchio. “Se
ciò dovesse accadere – ha
detto senza infingimenti – sareste
dei gran mascalzoni”. Rivolgendosi
ai banchi occupati dalla giunta.
Le
parole del forzista hanno avuto subito una eco incredibile, con le
prime reazioni di sdegno affidate ai Social Network.
E
poi con un comunicato ufficiale: «I
Comitati di quartiere –spiega la nota – sono
una opportunità di partecipazione democratica alla Cosa Pubblica.
Sono coinvolti una cinquantina di liberi cittadini non iscritti a
partiti, che prestano il loro impegno in forma totalmente volontaria
ma con passione e senso civico. L’impegno certosino di coinvolgere
ciascuno il proprio quartiere, a volte diventa enorme per difficoltà
degli uffici comunali a rispondere in tempi ragionevoli e per non
conoscenza dei vantaggi di essere cittadini attivi, per giunta in
un’epoca di grande disaffezione alla politica causata anche dal
cattivo esempio che essa stessa dà in maniera quotidiana».
«Aderendo
a questo progetto,nuovo
per la città di Bitonto ma sperimentato con tanto successo altrove,
soprattutto a nord, ciascun
eletto ha firmato moralmente il patto di rimanere legato a questo
organismo partecipativo pur rimanendo libero di candidarsi qualora lo
ritenga, purché si dimetta minimo tre mesi prima. Affermato
ciò –
sottolineano dai Comitati di quartiere – a oggi non ci sono dimissioni per tale causa.
Siamo convinti più che mai che un
passo simile sarebbe idealmente contrario a quelli che mettiamo ogni
giorno cercando
di dare il meglio di noi stessi».
«Le
manipolazioni di qualunque colore sono lontane dalle nostre
logiche, non
siamo comitati elettorali né
ci prestiamo a macchinazioni alcune. Siamo certi di aver chiarito e
messo un masso su sospetti che potrebbero essere legittimi ma che
aizzano le fantasie dei perditempo e di coloro che poco amano la
nostra città» conclude
la nota.