La donna s’inerpica sulla scalinata infinita che porta all’uscio della redazione. Ha in braccio un piccino con gli occhi azzurrissimi che ogni poco singhiozza, mano nella mano ha l’altro bambino che tutto osserva in silenzio.
La signora, ancor giovanissima, ha una rabbiosa disperazione nel cuore: “Ho i miei genitori anziani e con diverse patologie chiusi in casa perché sono positivi al covid. Anche mio fratello con la moglie e i tre figli, tutti contagiati. E a loro devo provvedere io con mio marito ma è una situazione insostenibile. Nessuno ci dà una mano. Sono andata al comune, ma mi hanno detto che per essere ricevuta dai servizi sociali. Ma, vede, ormai sono due giorni che non ho più credito e non ho soldi per fare la ricarica“, ed ascoltiamo insieme la voce tracotante del gestore che manco fa partire la chiamata.
La nostra concittadina si sta facendo in quattro per i suoi familiari, ormai tutti isolati, cercando di provvedere a tutto, farmaci numerosi da acquistare inclusi, nonostante i suoi piccoli non se la passino benissimo: uno è stato ricoverato per anemia due giorni, l’altro odia la dad e si sta chieudendo in sé. “Quello che mi dà fastidio è che nei supermercati e in giro vedo ancora tanti assembramenti, ed è inutile avvisare le forze dell’ordine, tanto non interviene nessuno. Se si tiene conto che dall’ASL non abbiamo avuto segnali e siamo stati abbandonati, devo concludere che ha proprio ragione quell’amica mia che ha detto due cose fondamentali: solo chi non prende il virus non può capire cosa significhi e se si ammala di covid un povero muore“, è la conclusione amara della giovane donna.
Che va via sussurrando con in filo di voce e di speranza: “Mi auguro che qualcuno ascolti queste mie parole“.