E’ stato come
essere davanti ad un forum del “vorrei ma non posso”.
Tatticismi esasperati.
Nessuna voglia di scoprirsi, di attendere che sia l’altro a fare la prima
mossa.
Tante parole, buoni propositi, ma proposte poche.
Il paradosso è che le
uniche idee propositive sono venute dal Partito democratico, accusato da più
parti di essere «partito di apparati», e
tacciato di essere più volte di aver fatto saltare il banco durante
l’individuazione del candidato sindaco l’anno scorso.
Cose da centrosinistra.
Difficile, d’altronde, aspettarsi di meglio quando all’incontro mancano alcune
forze politiche, ed anche alcuni presenti lo sono forzatamente.
Il saluto ai presenti lo dà Vito
Ciocia, di Cambio generazionale, il “padre” del forum.
Ne indica gli obiettivi:
«Cosa il centrosinistra vuole programmare affinchè ci sia una inversione di
tendenza rispetto al calo di consensi rispetto alle ultime consultazioni
politiche. Quali sono le strategie da adottare per evitare che Bitonto diventi
periferia della periferia».
Secondo Pasquale Castellano, invece, il forum è un «laboratorio politico – cittadino
che vuole trattare tematiche già in discussione da più di 15 anni».
Il
festival degli interventi lo battezza Vito Modesto, Città democratica. Svaria
sulla politica dello stivale, poi punge il Partito democratico: «Deve fare i
conti con le forze di centrosinistra non facendo valere la sua forza numerica». Poi annuncia che le liste civiche
di maggioranza stanno portando avanti degli incontri.
Farella, membro di Moderati e Popolari(ancora per poco, però) offre «grande disponibilità nel trattare le grandi
tematiche perchè Bitonto non può essere più conquista dei partiti baresi», però sostiene che chi oggi «critica
i partiti non può chiedere sintesi».
Apertura
la offre anche Toscano, presente a titolo personale e non come consigliere Udc.
Secondo l’avvocato, le divisioni si superano con unità e concordia. Secondo
Brancale (Sel), «il
centrosinistra ha perso le elezioni perchè non ha dato risposte ai problemi del
paese. Deve ricostruirsi per non consegnare la Puglia a Berlusconi e Fitto».