Quanti sono i cani e i gatti randagi sul territorio comunale?
Il Comune ha deciso di rispondere iniziando a muovere un primo, piccolo passo. Con una mappatura.
Da Palazzo Gentile, allora, poco prima della fine del 2020, hanno dato il disco verde a una precisa proposta (la prima) dell’assessore alla Cura degli animali residenti sul territorio, Rosalba Laura Camasta: un atto di indirizzo proprio riguardante il monitoraggio e la mappatura di cani e gatti randagi in giro per il territorio.
Si tratta di una iniziativa mirata ad affrontare il problema del randagismo, da anni, anche a causa dell’assenza del canile cittadino – nel 2008 è stato messo sotto sequestro – abbastanza diffuso e affrontato sia dalla Cooperativa “Tasha” – gestore proprio della struttura – sia da un nutrito gruppo di volontari. Anche attraverso le giornate di microchippatura realizzate in villa comunale.
L’emergenza pandemica, però, e il susseguente lockdown, “hanno impedito di proseguire in questa organizzazione, con ciò determinando un aumento del fenomeno dell’abbandono dei cani, con la ridotta possibilità di accalappiamento e ricovero nel rifugio secondo la disponibilità”, si legge nella delibera, e quindi l’amministrazione comunale ha pensato a soluzioni alternative.
La mappatura, allora. Che verrà effettuata con l’ausilio e la collaborazione delle associazioni di volontariato, alle quali andrà un rimborso spese di 5mila euro.
E, in tema di randagismo, è ancora alla fase embrionale anche la realizzazione di un nuovo canile, su un terreno confiscato alla criminalità organizzata, in quanto lo stesso si trova in “avvio istruttorio per la pubblicazione della gara”.
Il progetto, è bene ricordarlo, è stato licenziato dal Consiglio comunale quasi due anni fa.
“Quanto approvato – ha scritto Camasta su Facebook – è solo un piccolo segnale, che ho richiesto venisse dato con l’inserimento nel bilancio di previsione 2020 – 2022 di una piccola somma che, seppur molto esigua, rappresenta un inizio dell’attività che il mio assessorato vuole impostare”.