Verrà istituito, questo venerdì, un ufficio distrettuale della medicina generale (Udmg) per discutere della questione dei kit di tamponi rapidi da poter effettuare negli ambulatori di medici e pediatri di base, come da accordo firmato con la Regione Puglia lo scorso novembre.
“Forse la prossima settimana arriveranno i kit”, ha dichiarato speranzoso il dott. Gaetano Bufano, presidente bitontino dei medici di base che sarà presente all’incontro di venerdì, in qualità di responsabile dell’Udmg, con la dott.ssa Rossella Squicciarini, direttore del distretto socio-sanitario n.3, e due rappresentanti dei medici di base di Bitonto e Palo del Colle. “Noi ci siamo sin da subito resi disponibili. Il 6 dicembre è stata pubblicata l’ordinanza contenente i termini del suddetto accordo regionale, ma ad oggi siamo ancora in attesa”.
Nel frattempo, “Si sono create delle false aspettative su questo servizio che possiamo offrire”, ha continuato a precisare il dott. Bufano. “Non potremo fare il tampone rapido a tutti perché avremo pochissimi kit a disposizione rispetto al numero dei pazienti che abbiamo. Quindi, noi non offriremo un servizio pari a quello di un drive through”.
Il numero dei tamponi rapidi in arrivo negli ambulatori dei medici di famiglia sarà, quindi, esiguo: 1213 test rapidi per 76 mila utenti, 20 per ogni medico del distretto socio-sanitario n.3 di Bitonto, Palombaio, Mariotto e Palo del Colle. Il target di assistiti da poter prendere in carico riguarderà solo i contatti stretti asintomatici dopo dieci giorni di quarantena.
“Non tutti i medici di base potranno eseguire il tampone rapido nei propri ambulatori, ma la maggioranza lo farà presso una struttura messa a disposizione dal Comune di Bitonto che probabilmente sarà la Casa della Musica”, ha precisato il dott. Bufano.
Intanto, a disposizione di medici e pediatri di base è stata creata la piattaforma informatica Giava per prenotare il tampone diagnostico molecolare. Un altro passo in avanti nella lotta contro il virus che mette alla prova un nuovo modello di assistenza territoriale con la telemedicina, ma allo stesso tempo rallenta i tempi di assistenza.
“Se questo strumento fosse stato inglobato nelle piattaforme con cui lavoriamo quotidianamente e creiamo un fascicolo per ciascun paziente, si ridurrebbero i tempi burocratici per la richiesta del tampone molecolare” e l’attesa dei pazienti in quarantena forzata. “Noi siamo disposti ad offrire anche questo servizio, ma vogliamo lavorare in serenità”, ha concluso il dott. Bufano.