Tra
le tante interrogazioni presentate dai consiglieri comunali nel corso dell’assise
cittadina di lunedì scorso, spicca in particolare quella di Giuseppe Fioriello (Italia dei Valori) in merito alla
discarica sita in contrada Torre D’Agera,
nella zona artigianale, che non pochi problemi ambientali sta creando con l’inquinamento
della falda acquifera.
Già
dal alcuni anni si parla di questa “bomba ambientale”: lo stesso presidente del
Consiglio comunale, Vito Palmieri, nel
corso della seduta, ha ricordato infatti le sue interrogazioni alla precedente
amministrazione, senza aver però mai ricevuto una risposta.
Fioriello
ripercorre a ritroso i fatti, partendo dalla nota protocollare n° 6525 del 4
marzo 2009 firmata dal Procuratore della Repubblica, il dott. Bertone. Questa nota,
che fu preceduta dal sequestro dell’area della discarica e che invitava ad intraprendere
iniziative celeri per la prevenzione ed il ripristino ambientale, venne
trasmessa all’Arpa (Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione dell’Ambiente),
assieme allo studio effettuato dall’Università di Bari proprio sull’inquinamento
provocato dalla discarica nella falda sotterranea.
La
stessa Arpa, però, con uno studio idrogeologico dell’area risalente al 26
febbraio 2009, evidenziava uno stato di inquinamento notevole della falda
causato da una perdita di percolato. Una situazione grave, che andava
immediatamente comunicata al proprietario del sito affinché potesse adottare
tutte le procedure per la bonifica.
Un
ulteriore passo si ha il 9 marzo 2009, quando dagli uffici ambientali del
Comune di Bitonto e dall’ASL arriva l’ordinanza sindacale di sospensione in via
precauzionale delle acque ad uso irriguo.
Pertanto,
alla luce di questa situazione, dell’imponente danno ambientale non ancora
risolto e considerate anche le caratteristiche del territorio, «che per la sua vocazione agricola dovrebbe
invece essere valorizzato e riqualificato sotto il profilo paesaggistico ed
economico», come riporta l’interrogazione scritta, Fioriello interroga l’amministrazione
comunale per sapere «se è a conoscenza
delle esatte condizioni di sicurezza della discarica; se ci sono state e quali
sono state le procedure finalizzate alla prevenzione e al ripristino ambientale
del sito oltre che alla chiusura dei pozzi e se sono state adottate misure
finalizzate alla bonifica del sito stesso; a quando risale l’ultimo sopralluogo
effettuato dall’ UTC; se sono stati richiesti agli organi competenti, il
monitoraggio e la verifica dei livelli di inquinamento ambientale, ed in tal
caso, in quale data e con quali risultanze; se sono state verificate, di
recente, la stabilità dell’area, la regolare captazione dei biogas e
l’eventuale presenza di sversamenti di percolato, in considerazione delle
numerose segnalazioni dei cittadini, di odori nauseabondi, potenzialmente
pericolosi per la salute pubblica, avvertiti distintamente anche ad alcuni
chilometri di distanza; se, allo scopo di avere una esatta conoscenza della
natura dei rifiuti giacenti nella discarica, sono state effettuate
trivellazioni in punti regolarmente distribuiti sulla sua superficie per
prelevare campioni e sottoporli ad analisi merceologiche e chimiche per
valutare la natura dei rifiuti; se l’Amministrazione Comunale intende avviare
un Osservatorio di monitoraggio permanente dell’Ambiente».