Il
Consiglio comunale è tornato a riunirsi sabato mattina in seconda convocazione,
seppur convocato d’urgenza. E tensioni e bagarre, tipiche del teatrino politico
bitontino, non sona mancate.
Primo
argomento oggetto di discussione, il programma
comunale di interventi per il diritto allo studio per l’anno 2015. Per l’assessore
all’istruzione Vito Masciale «ogni anno l’Amministrazione comunale
presenta alla Regione Puglia il Piano comunale per il diritto alla studio, e
che comprende il servizio mensa ed il percorso di formazione dei nostri futuri cittadini.
Vogliamo nel nostro piccolo, nonostante i tagli dal Governo centrale,
soddisfare i bisogni e le necessità di tutti».
Sull’argomento
interviene Carmela Rossiello (Forza Italia), vicina ai temi della
scuola, e che critica l’Amministrazione sulla gestione della consegna dei buoni
pasto per il servizio mensa. «Sulla mensa
l’Amministrazione è stata impreparata nell’affrontare questo incremento della
richiesta e non ha pensato ad istituire nelle frazioni uno sportello per
favorire i cittadini e non farli venire appositamente a Bitonto». Poi l’ex
candidata sindaco critica l’opera della Commissione mensa, «che dovrebbe essere più operativa per valutare non solo la qualità del
cibo ma anche dei luoghi e degli addetti al servizio». Inoltre, chiede
delucidazioni su una spesa di circa 20mila euro per vocabolari e sussidi, ma
Masciale, che si è detto «addolorato nel
vedere gente in fila per un servizio», fa notare come in realtà questo
contributo, richiesto il 30 novembre dello scorso anno, non sia mai stato
ricevuto.
DaFrancesco Toscano (Unione di Centro) il consiglio di «aiutare famiglie a basso reddito e individuare
programmi specifici e adeguati per le necessità dei giovani», mentre Christian Farella (Indipendente) suggerisce «processi
di digitalizzazione del servizio per evitare distonie emerse anche con i cittadini
delle frazioni».
Il
programma viene approvato all’unanimità dall’intero Consiglio Comunale, e si
passa alla ratifica della deliberazione
di Giunta n. 307 del 28 ottobre scorso, avente ad oggetto impinguamenti e
storni: in sostanza si tratta di un impinguamento
di bilancio in merito ad alcune strumentazioni da acquistare e destinare al
corpo della Polizia Municipale. Ed è qui che il Consiglio comunale letteralmente
si spacca su… un fonometro,
strumento finalizzato al rilevamento delle emissioni sonore e del rumore.
Francesco Paolo Ricci (Partito Democratico), Francesco Paolo Cuoccio (Giovani con Michele Abbaticchio) e Giuseppe Fioriello (Italia dei Valori) evidenziano come sia
sconsigliabile acquistare, per la cifra di 6795 euro, un dispositivo che
richiede l’utilizzo da parte di personale qualificato ed iscritto ad uno
specifico registro, l’Albo regionale degli esperti in acustica. Figura
professionale che, purtroppo, in realtà, il corpo della Polizia Municipale non
ha. «Le verifiche rischiano di essere
tutte opponibili e impugnate», evidenzia Cuoccio, mentre Fioriello riprende
un decreto dell’ordinamento sulla sicurezza per il lavoro, secondo il quale «la verifica dei rischi delle emissioni
fonetiche va espletata solo da personale qualificato. È importante capire chi
lo va a svolgere. Le forze dell’ordine hanno il solo obbligo di sanzionare».
Ricci,
invece, suggerisce di affidare le rilevazioni all’ARPA, «dotata di tecnici preparati, per fare dei controlli periodici, con valenza
scientifica tecnica seria. Con quei 6mila euro non possiamo pensare a
qualcos’altro? Stiamo dando soldi che potrebbero essere utilizzati dalla
Polizia Municipale per altre priorità importanti».
A
richiedere che le rilevazioni vengano effettuate da un personale qualificato
sono anche Farella e Rossiello, mentre Paolo
Intini si chiede quale sia l’urgenza del provvedimento che chiede una
variazione di bilancio. A rispondere all’ex candidato sindaco, ci pensa il
segretario Salvatore Bonasia, che fa
un’analisi della ratio normativa del provvedimento.
Il
tenente Gaetano Paciullo,
funzionario della Polizia Municipale, prova a spiegare l’utilità di dotarsi di
tale strumento. «Serve per un’attività un
po’ più completa, serve come deterrente e per mettere nella condizioni di fare rilevazioni
precise».
La
maggioranza, compatta, respinge al mittente le critiche. Per Giovanni Ciccarone (Progetto Comune) «il fonometro può essere utilizzato anche attraverso la consulenza di un
tecnico della ASL», mentre per il sindaco Michele Abbaticchio «è
necessario che la politica aumenti i controlli sul territorio».
Da
più parti arrivano critiche all’Amministrazione ad un provvedimento che ha poco
di politico e che presenta risposte che non possono pervenire dalla Polizia municipali
o dai banchi del Consiglio comunale.
Il
tono delle polemiche diventa via via sempre più aspro, fino ad arrivare allo
scontro tra Ricci ed Abbaticchio. E la tensione sale vertiginosamente.
Ricci
attacca duramente, punzecchiando l’Amministrazione sui temi della legalità e
della trasparenza, vista la spesa di quasi 7mila euro prevista. «Il Comune sta andando contro legge, l’attività
di indagine da parte dei vigili è contro la legge, non hanno competenze per svolgere
queste attività, sarebbero valutazioni prive di valore. Sulla fonometria
bisogna fare uno studio ad hoc con tecnici specializzati».
La
reazione del primo cittadini è furente. «Basta
polemiche, in ogni seduta del Consiglio comunale, sulla legalità e sulla
trasparenza. Non sono disposto più a sentire questo! Qui risulta solo l’acquisto
di un’attrezzatura come disposto dalla legge. Basta lezioni su trasparenza e
legalità, questa Amministrazione non accetta lezioni su impegni di spesa
disposti dalla legge e dopo aver dimostrato in più occasioni di operare nella
direzione della legalità e della trasparenza. Basta offese!».
A
fatica il clima torna a rasserenarsi e si passa alla votazione. La variazione
di bilancio viene approvata con dieci voti a favori, tutti della maggioranza,
ad eccezione di Cuoccio e Fioriello, che si astengono. Dalla minoranza, in
blocco, arriva il voto contrario.