Quello di ieri, per i circa 600 lavoratori Transcom di Modugno, non è stato un giorno come tutti gli altri. E guai se lo fosse stato.
Perché è inevitabile che in un luogo dove lasci un grande pezzo del tuo cuore, vita, crescita, lavoro, hai coltivato amicizie giorno dopo giorno, telefonata dopo telefonata, qualche lacrima ti scenda.
Succede, infatti, che dalle 14 del 29 novembre 2019 la più grande sede della multinazionale svedese, seconda casa (ma anche prima, considerando le tantissime ore passate) di tantissime persone, e molti sono stati e sono bitontini, ha cessato le proprie attività, perché da lunedì 2 tutte queste belle facce lavoreranno a Molfetta, in un altro colosso del Mezzogiorno d’Italia, la Network-Contacts.
E ieri, nella zona industriale del Comune alle porte di Bari, lì dove per 13 anni ha operato con il suo enorme capannone, passando per le più svariate commesse – l’ultima delle quali l’INPS – il sentimento di chi fino all’ultimo ha fatto il suo dovere di consulente telefonico, rispondendo alle numerosissime richieste dei cittadini, è stato il medesimo. Sia da parte di chi è arrivato fin dagli albori, sia da chi ci ha passato magari poco più di metà anno.
Le lacrime non possono e non devono avere differenza in questo caso. Così come le emozioni e le palpitazioni, e i ricordi, talmente tanti che è impossibile tenerli fermi in qualche scrigno.
Da lunedì, allora, per tutto questo esercito di persone cambia vita. Si apre una nuova storia. In un’altra zona industriale, quella di Molfetta. Sì, proprio per tutti – ed è questa l’altra notizia da annunciare – perché, al termine di lunghe, a volte poco lineari, ma sicuramente complicate trattative sindacali – nessun consulente telefonico resterà a casa, se non per scelta strettamente personale.
Perché, dopo aver risolto la partita dei subordinati e gli staff leasing già la settimana scorsa nella sede di Confindustria (clicca qui per articolo https://bit.ly/2DreZgA), nelle battute finali è stata decisa la sorte dei quasi 200 somministrati, fortemente a rischio per quella cappa chiamata clausola sociale. Anche per loro l’avventura continua, sempre come interinali e divisi in ben quattro agenzie, e per un contratto di tre mesi. Per il momento. Perché i sindacati, ottenuto un primo importante traguardo, continueranno a lottare per una loro stabilizzazione. Che non sarebbe una parolaccia o un torto per nessuno.
Ma questa è un’altra storia. Già, la storia.
La parola magica di tutto questo cambio di appalto.