La sua clamorosa esclusione ha scosso gli animi del gruppo locale, che continua a rimanere in fibrillazione. Stiamo parlando di Francesco Cariello, deputato bitontino eletto nel 2013 alla Camera tra le fila del Movimento 5 Stelle, fra gli assenti alle Parlamentarie, le consultazioni online con le quali i pentastellati hanno scelto nei giorni scorsi i candidati, di cui verranno resi noti i risultati domani.
Il parlamentare bitontino sarebbe stato escluso per una condanna che egli stesso ha liquidato nei giorni scorsi come “politica”, in quanto scaturita da una denuncia dei membri Pd della Commissione parlamentare d’inchiesta sui fenomeni della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo (di cui il bitontino è vice-presidente). Cariello viene accusato di aver rivelato nel 2015 al giornalista del Fatto Quotidiano Francesco De Palo delle informazioni secretate, in particolare i contenuti dell’audizione in Commissione del dottor Rocco Antonio Burdo, funzionario dell’Ufficio Intelligence della Direzione Centrale Antifrode dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, sul tema del contrasto della contraffazione relativamente agli oli d’oliva.
Il grillino decide di riferire al giornalista dati relativi ad «un presunto cartello– si legge nell’articolo in questione – dell’olio italospagnolo che tiene bassi i prezzi, bypassa la qualità del prodotto ed elude le regole sulla concorrenza, ottenendo il marchio made in Italy pur avendo solo il 16% di olio italiano», citando anche le aziende coinvolte. Queste informazioni, più volte segnalate al Ministero delle Politiche Agricole, senza peraltro alcun risultato, erano state secretate dalla Commissione, in quanto coinvolgevano aziende produttrici di olio oggetto di indagini da diverse Procure della Repubblica.
La violazione di questo segreto ha procurato a Cariello, che ha chiesto il rito abbreviato, come si legge nelle motivazioni della sentenza del giudice Chiara Gallo del Tribunale di Roma, una condanna a 2 mesi e 20 giorni, comminata nell’ottobre 2017 con i doppi benefici della legge, ovvero la sospensione condizionale della pena e la non menzione nel casellario giudiziale. La linea difensiva del pentastellato bitontino, che sosteneva di aver divulgato informazione già note e affrontate in precedenti articoli di giornali, nonché l’appello all’art. 68 della Costituzione, non è stata infatti accolta. Il grillino ha presentato una nota d’appello.
Nonostante Cariello avesse tenuto aggiornato lo staff circa la sua condanna, lo scorso giorno non ha trovato il proprio nome fra quelli dei candidati bitontini.
Perché è stato escluso dalle Parlamentarie?
Mi sono sentito telefonicamente con lo staff che, sulla scia del mio comportamento, temeva che altri eletti mi emulassero, divulgando informazioni secretate. Questo non era accettabile per loro, in quanto il movimento deve dare un’idea di rispetto delle regole. Poi ho fatto esplicita richiesta che mi mettessero per iscritto tutto ciò. Non ricevendo risposte, mi ero illuso di trovarmi fra i candidati delle Parlamentarie. Cosa che poi non è successa. Eppure ho fatto solo quello che è nelle corde del Movimento 5 Stelle, ovvero, da cittadino, entrare nel parlamento e aprirlo come una scatoletta di tonno.
La condanna sarebbe stata un pretesto per la sua esclusione?
Possiamo fare solo congetture. Fino a 3 o 4 mesi fa il Movimento era completamente diverso. Prima c’era un organo che funzionava, ovvero l’assemblea congiunta dei parlamentari, dove si tenevano anche discussioni molto animate, ma alla fine si riusciva a fare sintesi. Tutto è cambiato con la nomina di Luigi Di Maio.
Il Movimento è cambiato rispetto al passato?
Temo che il Movimento stia imboccando una deriva verticistica. Non c’è più la situazione di 5 anni fa. Si sono trincerati dietro una norma del nuovo statuto, ovvero l’insindacabilità del giudizio del capo politico. Non ho interesse ad affossare il Movimento 5 Stelle. Tuttavia, la deriva che il Movimento sta avendo è tutta legata alla nuova struttura associativa nata il 20 dicembre scorso, con capo politico Luigi Di Maio, mentre Beppe Grillo è diventato il garante. In realtà si tratta di una vera segreteria di partito, solo che ipocritamente non vogliono ammetterlo.
Rispetto alle Parlamentarie di 5 anni fa, come è cambiato il sistema?
È peggiorato. Molte persone mi hanno scritto: si trovano candidate, pur avendolo fatto per gioco, senza aver inviato documenti.
Si è mai espresso in assemblea per criticare questa deriva?
Certo, l’ho fatto e proprio a Rimini, durante Italia a 5 Stelle, ho rilasciato un’intervista in cui criticavo il metodo con il quale era stato scelto Di Maio.
Pensa che questo possa aver giocato un ruolo nella sua esclusione dalle Parlamentarie?
Non so se è stato determinante o no. Mi hanno sempre accusato di essere vicino a quelli che se ne sono andati, oppure del fatto che in alcune situazioni sembrava volessi agevolare Pd, mentre ho sempre portato il Movimento a ragionare.
Che ne pensa dei candidati alle Parlamentarie di Bitonto, che si è ritrovata sguarnita dei fondatori storici?
Non mi esprimo sul gruppo locale, dato che ho voluto mantenere separate le due vicende. Mi chiedo solo: se Giuseppe Cannito sarebbe stato escluso per la sua partecipazione alle elezioni con la lista civica “Laboratorio”, allora perché fra i candidati figura anche Elio Lannuti, parlamentare dell’Italia dei Valori durante la sedicesima legislatura? Per analogia lo si sarebbe dovuto escludere ugualmente.
Vede il suo futuro all’interno del Movimento?
Ad oggi non saprei che dire. So solo che non sarei io a lasciare il Movimento, ma il Movimento a lasciare me.
Chi voterà alle prossime elezioni?
Questo è un vero e proprio dilemma per me. Il Movimento rischia di perdere moltissimi voti soprattutto in una regione come la nostra, dove esclusioni di attivisti storici si sono verificate più frequentemente, come nel caso di Noicattaro. Il Pd rischia di fare incetta di voti in Puglia.