Il
Bitonto ci mette cuore, grinta e impegno.
Ma non
basta, perché il Gravina capolista ci mette astuzia, furbizia e il
gol decisivo alla mezz’ora del primo tempo.
Nel
posticipo della dodicesima giornata del campionato di Eccellenza, la
squadra murgiana espugna il “Città degli Ulivi” (1-0) grazie al
colpo di testa di Di Benedetto e rafforza il primato solitario in
classifica.
I
neroverdi, invece, incassano la seconda sconfitta consecutiva –
terza complessiva – ma escono con l’onore delle armi. E con i
rimpianti, perché specie nel secondo tempo, in inferiorità
numerica, il pubblico di casa ha davvero sperato nel risultato
clamoroso.
Pesa
come un macigno, comunque, il rigore non concesso a Modesto a inizio
secondo tempo, poi addirittura espulso (seconda ammonizione) per
simulazione da un incerto e discutibile Cavaliere di Paolo, a volte
spaesato insieme ai suoi assistenti.
La
partita. Francesco
Modesto deve fare a meno di parecchie pedine (Bonasia, Terrone,
Barone Arcangelo, Aloisio), e si affida al collaudato 4-3-3. Rana;
Martellotta, Campanella, Rubini, Valerio; De Santis, Fumarola,
Roselli; Modesto, Pignatta, Cannone.
Nel
primo
tempo, in realtà, il Bitonto è un po’ titubante e forse impaurito
dall’avversario che si limita a controllare senza offenderlo quasi
mai.
Il
Gravina, invece, si dimostra fin dall’inizio qualitativamente e
fisicamente superiore specie a centrocampo, dove Fiorentino e
Montemurro giganteggiano.
Sulle
fasce, poi, Martellotta è più abituato a difendere che a spingere
mentre Valerio ha difficoltà con Palermo.
Fino
alla mezz’ora non accade niente. Poi l’episodio che spezza la partita
e che corre sull’asse ex Altamura Fiorentino-Di Benedetto. Il primo
calcia la punizione dalla destra, il secondo colpisce di testa
indisturbato e batte Rana.
Già,
i tiri da fermo. Una delle due maledizioni del Bitonto di questi
primi due mesi di stagione.
Poi
è Rana, quello gravinese, a sfiorare il raddoppio fermato sulla
linea da un difensore di casa.
Al
thé caldo è 0-1.
La
ripresa si apre il rigore non concesso a Modesto. È il 7′ quando il
capitano neroverde riceve palla centralmente in area dopo un’azione
insistente e va giù. Tutti pensano al rigore, ma per l’arbitro è
simulazione e per il centrocampista, già ammonito, la sfida finisce
in anticipo.
La
decisione di Cavaliere fa imbufalire il “Città degli Ulivi” e a
farne le spese è il presidente onorario Francesco Paolo Noviello, allontanato dalla panchina.
Il
match, per fortuna, non degenererà mai, ma il clima caldo resterà
fino alla fine.
In
inferiorità numerica, ci si aspetta un Bitonto che subirà il
contropiede avversario, ma in realtà aggiusta le idee e mette fuori
gli artigli.
Certo,
non crea occasioni perché tiri in porta non ne fa, ma mette un po’
in soggezione un Gravina che si limita a giochicchiare, a far girare
palla ma a non affondare mai seriamente il colpo.
Si
vede lontano un chilometro che è una squadra sicura dei propri
mezzi.
Il
sussulto arriva al 44′. Punizione dal limite di Pignatta, Jeszensky è
bravo e attento a mettere in angolo. È la sua prima e unica parata.
Eccola,
l’altra maledizione bitontina: si segna poco. Troppo poco e a volte
si tira anche poco.
Finisce
così, non prima che Cavaliere abbia allontanato anche mister
Francesco Modesto per proteste.
Il
Gravina riceve gli omaggi dai numerosissimi tifosi giunti nella città
dell’olio, ma anche il Bitonto riceve gli applausi. Non ha vinto, ma
con mezza squadra fuori e un uomo in meno per quasi un tempo ha
creato grattacapi alla capolista.
Domenica,
però, nella delicata trasferta di Mesagne, la vittoria è un
obbligo. È uno scontro salvezza e non si deve fallire. E la stessa
cosa deve succedere il 29 novembre a domicilio contro il Grottaglie.
Sei
punti sono in palio e sei punti devono essere. Punto.
Negli
spogliatoi. Modesto
plaude ai suoi. «Anche
in 10 uomini – analizza
– li
abbiamo messi in difficoltà, e questa è una gran bella cosa. Forse,
però, qualcuno ci vuole male. La classifica? Ci risolleveremo. Il
mercato (inizia
il 1 dicembre, ndr)?
Mi aspetto rinforzi in attacco».
Le
pagelle. Rana
5,5; Martellotta 6 (Chisena sv), Campanella
7,5 (ancora un gigante. Non ha vita facile con il Rana gravinese ma se la
cava con mestiere senza mai una sbavatura. Muro), Rubini 7
(Caringella sv), Valerio 5; De Santis 5,5, Fumarola 5,5, Modesto 5,5;
Roselli 5,5 (Stella sv), Pignatta 6, Cannone 6.