Abbraccio della città
e della cittadinanza ieri all’U.S. Bitonto, presentato ufficialmente nella sala
consiliare di Palazzo Gentile, dove la squadra neroverde non metteva piede da
molti anni. Si è parlato tanto ieri sera. Passato, presente, orgoglio, coraggio.
E non sono mancate le polemiche.
L’ex presidente Francesco Paolo Noviello si è detto «orgoglioso di essere tornato in questa
sala e mi piacerebbe tanto che la squadra diventasse un simbolo come lo sono il
Torrione e la Cattedrale». Il presidente operativo, Vincenzo Cariello,
ripercorrendo gli oscuri ultimi anni bitontini (partite nell’impraticabile
campo di via del Petto, tifosi distanti), ha tirato fuori la sua gioia e
l’orgoglio per aver salvato una squadra che tutti davano per spacciata. «Grazie
al nostro coraggio e al nostro orgoglio abbiamo messo alle spalle tre anni di
inferno – ha sottolineato – e adesso i bitontini devono sostenerci anche
economicamente comprando gli abbonamenti e pagando l’ingresso allo stadio». Già,
i bitontini. Quelli che si lamentavano quando i neroverdi mangiavano la polvere
del centro polisportivo “Nicola Rossiello”, che balbettavano negli anni appena
passati nel commentare il triste destino che ha colpito il calcio nostrano,
adesso si confermano distanti anche quando si intravede un po’ di luce in fondo
al tunnel.
Il sindaco Michele Abbaticchio ha ringraziato la società, ha
ribadito l’impegno comunale verso lo sport a 360°, si è detto convinto «che
l’U.S. Bitonto rappresenta un esempio anche per i bambini incappati nella devianza».Ringraziamenti a Noviello e Cariello per aver mantenuto la promessa di
iscrivere la squadra in Promozione, sono arrivati anche dall’assessore allo
Sport Domenico Nacci, convinto che «questo è il primo passaggio verso
l’arrivo in campionati ben più prestigiosi». Poi un ricordo poco felice: «Nel
2010 la squadra è stata vittima di un sistema, perchè è stato un anno in cui si
sono buttati i soldi per il giro d’Italia e sono stati azzerati quelli alle
associazioni sportive». Quindi la polemica con chi gli ha chiesto lavori di
restyling del campo comunale. «Invece di continuare con i lamenti, sarebbe
più opportuno invitare la gente a recarsi al botteghino e pagare il biglietto
per entrare allo stadio. Il campo comunale può contenere massimo 1500 persone,
ma la gente presente arriva a 400 unità».
Gli obiettivi sono
stati invece il fulcro del discorso di mister Muzio di Venere, che ha mantenuto
(giustamente) il profilo basso. «Siamo una squadra di professionisti seri
che può fare un buon campionato. Non prometto la vittoria finale ma grande
grande impegno e serietà». I risultati, al momento, confermano: tre
vittorie in altrettante partite disputate, e cinque in 6 partite
stagionali. L’orgoglio giovanile è
emerso nelle parole di Alessio Gaudimundo, presidente dell’USD Città di Bitonto e che, presentando alcuni giovanissimi della
“sua” scuola calcio, si è detto felice «di essere l’unica squadra
giovanile dell’U.S. Bitonto».
Domani è già
domenica. E’ tempo di campionato. E’ tempo degli abbracci dei bitontini, quelli
che dicono di amare la società e i suoi colori