Se
si guarda la classifica, ormai davvero sembra essere già tutto
deciso. Quando mancano 5 partite al traguardo, infatti, il campionato
sembra essere destinato verso via Megra: U.S.
Bitonto 67,
Sporting Altamura 59, Cellamare 56, Corato 54, Monte Sant’Angelo 52.
Eppure
non è (ancora) così, perché la capolista è in stato di salute
tutt’altro che buono e comincia ad arrancare. Lo ha dimostrato
l’ultima settimana (sconfitte contro Altamura e Monte Sant’Angelo, e
pareggio a Rodi Garganico), ma in realtà è da più di un mese a
questa parte che il Bitonto schiacciasassi di inizio stagione sembra
essere evaporato.
I
numeri. Dopo
i 46 punti del girone d’andata (15 vittorie, 1 pareggio e 1
sconfitta) e la corsa forsennata a suon di vittorie e record, dal
giro di boa la corazzata neroverde ha iniziato dapprima a mostrare
segni di cedimento e poi a conoscere alcune battute a vuoto. Nelle
12 partite del girone di ritorno fin qui disputate, infatti, l’U.S.
Bitonto ha realizzato appena 21 punti, frutto di 6 successi (Celle
San Vito, Rutigliano, Fortis Murgia, Nuova Andria, Real Bat, Lucera),
3 pareggi (Giovinazzo, Cellamare, Gargano Calcio) e tre sconfitte
(Bisceglie, Altamura, Monte Sant’Angelo). Flessione, quella della
capolista, certificata anche dai gol subiti dal giro di boa in poi: su un
totale di 21 gol incassati, ben 14 (quindi poco più di un gol a
partita) sono arrivati nel solo girone di ritorno, di cui ben 6 nelle
ultime 3 partite. A tutto questo si aggiunge anche l’astinenza dal
gol di Nando Terrone (l’ultimo centro il 2 marzo contro il Cellamare)
e degli attaccanti in senso stretto (dopo Capriati, il 9 marzo, a
segno solo centrocampisti e dfensori) e le prestazioni non
propriamente degne di una capolista. Per gli addetti ai lavori
Modesto e compagni sono rimasti con la testa ancora a Rutigliano,
luogo del trionfo storico in Coppa Italia. Impossibile negarlo, ma i
segnali di allarme già c’erano prima.
Stanchezza
e rosa corta. C’è
da preoccuparsi? In teoria no, perché anche le dirette avversarie si
mostrano magnanime e non approfittano degli scivoloni della
capolista. E poi, dopo 6 mesi davvero a tutta birra, una flessione è
davvero fisiologica. Ma perché il Bitonto è in crisi? Semplice, è
stanco. Calendario alla mano, infatti, da gennaio a metà marzo i
neroverdi hanno disputato quasi costantemente due partite a settimana
(domenica e giovedì) con un dispendio di energie davvero importante.
D’altronde, un campionato da vincere e con una Coppa diventata sempre
più obiettivo da centrare, la corsa a tutta era legittimata e
legittima.
A
tutto questo va aggiunto poi che, tra squalifiche, infortuni,
defezioni varie e una rosa non proprio lunghissima, mister Di Venere
è stato spesso costretto a schierare gli stessi uomini e il medesimo
schema tattico (4 – 2 – 3 – 1), non avendo a volte anche i
giocatori giusti e adatti per modifiche all’impianto di gioco.
Normale, poi, che a un certo punto il troppo stroppia.
Per
fortuna, però, il traguardo è a portata di mano e una vittoria
domenica contro il Corato chiuderebbe quasi definitivamente i giochi.
Forziati meglio di Di Venere. Comunque vada a finire questa entusiasmante stagione, il Bitonto di Muzio Di Venere non riuscirà (punti alla mano) a fare meglio di quello di Ezio Forziati targato 2012 – 2013. L’anno scorso, infatti, seppur arrivando secondo ma vincendo i play off di Prima Categoria, i neroverdi hanno totalizzato 74 punti in 30 partite, con 23 vittorie, 5 pareggi e soltanto 2 sconfitte. Il Bitonto 2013 – 2014, invece, con una Coppa Italia in tasca e più di trequarti di campionato in cassaforte, dopo 29 apparizioni ha totalizzato 67 punti, che possono diventare 70 domenica battendo il Corato.
Ma all’ombra dell’olivo baratterebbero volentieri questi numeri con il ritorno in Eccellenza.