Us Bitonto-Trani, andata dei quarti di Coppa Italia di Eccellenza, è stata la classica partita da dividere in due fasi.
La prima è quella dei primi 45′, a tinte biancocelesti, in cui il Bitonto, pieno zeppo di assenti tra squalifiche e infortuni (out Terrone, Manzari, Aprile, Terrevoli, Bonasia) e ricco di under – alla fine chiuderà con ben sei in campo, ha mostrato, ancora una volta, i suoi evidenti limiti in qualità, maturazione, costruzione di gioco, fase di possesso palla, furbizia, e si fa sorprendere dal bel Trani dell’ex Massimo Pizzulli, molto molto bravo e cinico a sfruttare le occasioni create con Faccini e Fernandez nei primi 20′.
La seconda è quella dei secondi 45′. I tranesi, forse, già sentono la qualificazione in tasca e iniziano a pensare al derby contro il Barletta di domenica, mentre i neroverdi mettono dentro i marchi di fabbrica made by Zinfollino: grinta, voglia di lottare, mai darsi per vinti, cuore e sacrificio.
Accorciano il risultato con un bel goal di Genchi (classe 1999, ed entrato prima del thè caldo al posto dell’infortunato Sanb), sfiorano in un paio di circostanze il pareggio, ma alla fine devono cedere 1-2. Risultato complicato per passare il turno, soprattutto con il ritorno in trasferta il 19 ottobre.
Morale della favola, insomma, è stato il Bitonto che probabilmente vedremo sempre in questa tribolata stagione: gioco non scintillante (anche se, a dir la verità, contro il Molfetta qualcosa di buono si era pur visto), qualità non eccelsa (ieri gli unici a poter illuminare erano De Santis e Moscelli), ancora parecchi e grossolani errori difensivi (basta rivedere il goal di Fernandez, e non sempre Addario può fare il pompiere), e non poche difficoltà nella costruzione di gioco.
Tutti elementi, però, che i leoncelli cercano di compensare con l’entusiasmo di alcuni giovincelli – ieri, leggermente meglio, anche Mongiello – la grinta, il cuore, il coraggio, la voglia di non gettare mai la spugna anche nelle situazioni difficili.
Due elementi, però, vanno aggiunti. Da un lato c’è la lunga serie di infortuni di questo inizio stagione (Modesto, il rientrante Piperis, Aprile, e ieri Sanb e probabilmente anche Camasta) che certamente non aiuta il lavoro dell’ex tecnico di Trani e Bisceglie.
Dall’altro un dato statistico: Il Bitonto è una squadra che segna soltanto nel secondo tempo. Nelle sei partite in cui è andato a segno, lo ha fatto in cinque circostanze (e consecutive: Omnia, Vieste, Barletta, Molfetta, Trani) negli ultimi 45′, mostrando ancora di dover crescere nell’approccio iniziale.
Magari già da domenica, quando al “Città degli Ulivi” arriva per la prima volta l’Atletico Aradeo, nel quinto turno di Campionato.