Conosco mister Francesco Modesto dai tempi in cui giocava in serie C2 a Potenza e frequentava persino la Nazionale Dilettanti.
Centrale difensivo coriaceo e insormontabile, gettava sempre il cuore oltre l’ostacolo.
Ovviamente, lo fece anche quando vestì i colori neroverdi, dopo essere stato persino a Ravenna per far risorgere la compagine giallorossa.
Quando, questa estate, ha preso a circolare il suo nome per la panchina bitontina, ho accolto la notizia con soddisfazione.
Ho osservato il lavoro duro e intenso attuato durante questa estate – grazie anche ad uno staff affiatato e preparato – e mi sono detto: se questa squadra riesce a sussumere il carattere del “maestro” abbiamo fatto bingo.
Peraltro, il progetto tutto nostrano, che prevede in rosa molti pedatori nati nella città dell’ulivo, ci ha permesso di ammirare finalmente in neroverde Francesco Rubini, difensore saggio e impeccabile, figlio del funambolo inafferrabile Nicola, e Nicola De Santis, regista di centrocampo dal piede euclideo – onestamente, aperture di 30 metri ad occhi chiusi non ne vedevamo da tanto. E pure nel resto dello Stivale… -, perciò dinanzi alla prestazione di domenica siamo rimasti sconcertati.
Anche perché la squadra è stata un incanto nelle prime giornate – con Di Venere (mister del Triplete, non dimentichiamolo mai) sapevano che la squadra era tetragona e inossidabile, ma non propriamente spumeggiante – e d’improvviso ha balbettato calcio domenica scorsa.
Per di più, avendo un po’ di pallone masticato nel tempo, ci possono stare partite “nervose”, ma non devi poi esserne tu vittima. Non possono contarsi tre espulsi per chi gioca in casa.
D’altronde, c’è il passaparola fra le giacchette nere e la sensazione che arrivino prevenute nei nostri confronti – e di qualche nostro giocatore – si fa sempre più nitida, massime se giungono da lontano.
Per esempio, mi auguro che Nicola De Santis sia stato omaggiato del rosso per aver ricordato i trapassati dell’arbitro che sulla punizione precedente gli aveva messo la barriera a cinque metri.
Insomma, la performance, sotto troppi aspetti, è stata deludente.
Ora, è il momento di fare quadrato tutti intorno alla squadra e alla società. Il pubblico deve assiepare le gradinate dello stadio ancora di più, dispiace per la protesta dei tifosi organizzati – ecco, domenica si sentiva la loro mancanza -, non è una soluzione degna di un Paese Civile chiudere un intero settore. E se avessimo avuto le curve sarebbe stato più semplice gestire la sicurezza nell’impianto, ma questa è un’altra storia che merita altro approfondimento.
Concludendo, stringiamoci attorno all’ambiente neroverde e proiettiamoci con fiducia e ottimismo verso la prossima sfida, nonostante le numerose assenze, i nostri ragazzi sapranno sfoderare una prestazione gagliarda da leoncelli, se avranno il carattere del mister.
Sappiate che da lassù, fra gli altri, vi guardano Michele D’Acciò detto “u taur”, Pierro “u Sguizz” e Mariolino Licinio. Non deludeteli, non deludiamoli…