Meriggio d’incerto cielo, ieri, illividito da stanche nuvole grigie, come di lì a poco sarebbe stato il colore della prestazione dell’Omnia.
Di fronte ad un Minervino rigenerato dalle cure di Gianluigi Trallo, i ragazzi di mister Tullo non sono riusciti ad andare oltre un pareggio striminzito, che rende ancor più decisiva la singolar tenzone con lo Stornarella di domenica prossima.
Eppure, i padroni di casa (a Palese, mentre sul prato del Città degli Ulivi magari si giocano triangolari dopolavoristici, anche questa è Bitonto, bellezza) si erano presentati con tutte le bocche di fuoco a disposizione: Anaclerio a destra e Rizzi a sinistra, Tenzone ad inventare per Petruzzella.
In mezzo al campo, De Santis direttore d’orchestra e De Giosa a far legna e molto altro.
Gli avversari innalzano dietro la diga con Pestilli ubiquo, Maino lungimirante regista e davanti il navigato Ruscino a pungere.
Frusta massima calcistica vuole che ad un gol fallito ne consegua uno beffardo altrui, immaginate poi se le reti sbagliate sono almeno cinque, la legge non potrà che avverarsi.
Il festival delle occasioni perdute lo inaugura all’8 Petruzzella con un destro a giro centrale. Al 13′ splendida combinazione Tenzone – Anaclerio nello stretto e botta ben parata da Amoruso. Tre opportunità in due minuti, poi, con un piazzato di Tenzone, una discesa del nove sventata in corner dall’estremo ospite e sempre un colpo di nuca del puntero che rotola fuori. Altra triangolazione di geometrica perfezione dei tre avanti omniani, ma ancora nisba.
Dunque, la sorte è pronta a farsi ironica e al 31′ il Minervino, che nel frattempo mai aveva rinunciato al fraseggio in ripartenza, passa.
Punizione velenosa di Ruscino che una sventurata deviazione di Faccitondo rende esiziale. La reazione è veemente e dopo due giri di lancette è già pareggio. Mirabile piazzato liftato di De Santis che centra l’incrocio, lesto il tap in del centrale difensivo che si riscatta dell’autogol.
La rabbia biancoverde si concretizza ancora in un tiro da fermo di Tenzone che costringe al volo felino Amoruso.
Dopo questa ennesima prodezza, Lionetti di Foggia manda tutti negli spogliatoi.
Al rientro, quando ti aspetti i bitontini assetati di vittoria, li ritrovi insolitamente scarichi.
Un paio di email di Tenzone e De Santis ed un’uscita folle di Amoruso su Semerano che fa gridare al rigore, nient’altro.
A 20′ dal termine, Tullo inserisce Pazienza al posto di Lamura, che pure fin lì non aveva demeritato. Ma è un fatto che con l’ingresso del più scafato difensore il baricentro si alzi e gli esterni Verriello e Semerano si facciano più audaci.
I murgiani si rintanano nell’area sotto la pressione massiccia dei bitontini. Cross non artigliati di un soffio, incornate alte di nulla e persino un legno di Semerano dopo inebriante slalom. Ampio e variegato è il repertorio dei rimpianti. Il tutto intervallato da una traversa scheggiata da Di Vietro in contropiede. Finisce così uno a uno un match che bisognava vincere.
Ora, tutta una stagione materiata di sacrifici, umani ed economici, rinunce, pure soddisfazioni, si deciderà dinanzi al bivio di Stornarella.
Da un lato, tutto: i play off ed un futuro più roseo. Dall’altro, niente. Vietato sbagliare, stavolta.