Nulla da fare, purtroppo.
Però ci abbiamo provato, ci siamo andati vicino, l’abbiamo persino accarezzata a 20 minuti dal termine, quando era lì, davvero a uno schiocco di dita.
Ma c’è un altro purtroppo. Non l’abbiamo presa perché a continuare a inseguire la serie B sarà l’Ostuni, che ieri pomeriggio ha compiuto il blitz più importante della stagione. Vincere e pure convincere al “Paolo Borsellino”, la casa dei neroverdi, il nostro domicilio, lì dove abbiamo costruito le nostre fortune, i nostri sorrisi, le nostre gioie, e pure la nostra galoppata.
La finale regionale, dunque, si tinge di brindisino e si colora di gialloblù. E, diciamolo subito, con pieno merito. È successo, infatti, che al di là del punteggio (4-2), il roster di Vito Basile ha meritato di accedere alla fase nazionale (19 maggio e 1° giugno) perché si è dimostrata più esperta, più pimpante, più presente mentalmente, più vivo fisicamente, più bello da vedere.
Soprattutto nel secondo tempo, dove la differenza di condizione tra le due compagini è emersa chiaramente, così come quella di palleggio e possesso palla. E, d’altronde, non è un caso che la vittoria per i fortissimi avversari di ieri è arrivata proprio nella seconda parte di contesa.
E il Bitonto? Ha gettato il cuore oltre l’ostacolo, come sempre. Ma ha retto un tempo, il primo, chiudendolo addirittura in vantaggio e tenendo benissimo testa ai rivali, più di qualità e di quantità che di gioco.
I leoncelli sono arrivati fisicamente e mentalmente non al top a questa fase finale – e già con il Barletta, in semifinale, c’erano state avvisaglie – anche a causa di una lunga, lunghissima rincorsa nel girone di ritorno, che li ha portati a un punto dalla promozione diretta. Se poi ci aggiungiamo anche la questione ricorso e controricorso, capiamo tante cose.
Anche se si è perso, però, ieri è stata una festa meravigliosa per il calcio a 5 bitontino. Tanta, tantissima gente assiepata e ancora di più in piedi a fare il tifo per Antonio Camporeale e compagni. Coreografie ben studiate, cori incessanti e cornice di pubblico davvero da favola. E pure intelligente, perché alla fine hanno salutato con un corale e oceanico applauso.
A ben ragione, perché i nostri ragazzi meritano solo elogi. In quantità esorbitante in quanto, se si riavvolge il nastro per intero, dobbiamo capire da dove si è partiti ad agosto 2018. Con i fari spenti, le luci volutamente rivolte altrove, e una tranquilla salvezza da dover conquistare. Ad aprile ci siamo arresi soltanto a chi, qualche ora fa, si è dimostrato più forte.
Semplice. Punto.
La partita è stata degna di una finale tra le migliori della classe. Intensa, maschia, combattuta, vibrante, ricca di colpi di scena. La prima frazione ha visto vincere la parola equilibrio. Gli avversari sono lontani parenti di quelli umiliati 9-2 qualche settimana fa e dimostrano di sapere tenere, e pure bene, la palla tra i piedi. La Polisportiva risponde usando la tecnica del mordi e fuggi, ma si intuisce che ha qualche problema di gamba e di tattica.
Eppure al cambio di campo è 2-1 neroverde, con il vantaggio di Gigi Palermo da calcio d’angolo, pareggio di Schiavone con preciso tiro da fuori, e il rasoterra di Michele De Liso a 30 secondi dal riposo.
La ripresa l’episodio chiave di tutto è al principio. L’Ostuni pareggia subito con Salamida dopo una bella azione corale. E passa pure presto in vantaggio con la galoppata vincente di Fiorentino. Il Bitonto accusa il colpo e le gambe sono quelle che sono, e si affida solo a qualche mischia e tentativo da fuori. Troppo poco contro un concorrente davvero sicuro di sé.
Nel finale, invece, è questione di tiri liberi. Antonio Lovascio lo sbaglia, Lisi invece batte Camporeale e il blitz è compiuto.
Fine delle trasmissioni. Anche perché quello che sarà non è dato saperlo.